Ambiente. L’anno scorso la potenza dei nuovi impianti da rinnovabili ha superato quella “fossile”. (
http://www.altreconomia.it/site/fr_contenuto_detail.php?intId=4928)
Tra il 2000 e il 2013, un pannello solare è diventato trenta volte più efficiente rispetto a un barile di petrolio. Nel 2014, in Italia, il 43,8% del totale dell'energia elettrica prodotta arriva da fonti rinnovabili (contro il 39,3% dell'anno precedente), secondo i dati diffusi il 26 gennaio 2015 da Assoelettrica. L'analisi tratta da Altreconomia 166 (dicembre 2014).
di Gianluca Ruggieri
Quando si parla della rivoluzione energetica, della transizione dalle fonti fossili alle fonti rinnovabili, si fa quasi sempre riferimento a “qualcosa che dovrà accadere nel futuro”. Se e quando.
Anche tra chi supporta e promuove questa transizione, si tendono a ripetere argomenti e approcci identici ormai da troppo tempo. Nel frattempo quel che deve accadere accade e, anche se la rivoluzione non è ancora compiuta, la presa della Bastiglia è ormai un fatto compiuto.
Provate a tornare per un attimo al 2000. Un tempo non così lontano. Altreconomia esisteva già. Ed io ero un insegnante dell’università (anche se i miei studenti mi prendevano ancora per un compagno di corso). Nel 2000 il prezzo di un barile di petrolio era di circa 27 dollari. Il prezzo dei pannelli fotovoltaici era pari a circa 5 euro per ogni watt installato (pari all’epoca a 4,9 dollari). La quantità di energia che è possibile ricavare bruciando un barile di petrolio è pari a circa 1,7 MWh termici. Per potere trasformare questa energia in elettricità avrete bisogno di una centrale termoelettrica. Non ci sono dati aggiornatissimi sull’efficienza media italiana, ma Enel nel 2011 vantava un record pari al 46%. Stiamo pure larghi, e ipotizziamo oggi un ottimistico 50%. Quindi per ogni barile di petrolio otteniamo 0,85 MWh elettrici. La famiglia media italiana consuma circa 3 MWh all’anno, pari quindi a circa 3 barili e mezzo di petrolio. La spesa di combustibile per fornire di elettricità una famiglia italiana nel 2000 era quindi pari a circa 94 dollari.
Supponiamo che la stessa famiglia voglia rifornirsi di elettricità con un impianto fotovoltaico. Considerando l’irraggiamento medio italiano (il clima di Roma), per produrre il fabbisogno di una famiglia è necessario installare un impianto da circa 2200 watt. Nel 2000, la spesa complessiva di acquisto dei pannelli sarebbe stata pari a circa 11.000 euro (pari a 10.900 dollari). I pannelli avrebbero continuato a produrre ogni anno, ma per poter compensare la spesa avrei dovuto aspettare più di 115 anni. Spostiamoci ora al 2013: il prezzo del barile è salito a circa 96 dollari, mentre quello di un watt fotovoltaico è sceso a circa 0,80 euro, pari a circa 0,60 dollari.
Una famiglia avrebbe potuto produrre l’elettricità che consuma in un anno con 338 dollari. Oppure installare pannelli fotovoltaici spendendo 1.330 dollari. Questa volta i pannelli sono in grado di compensare la spesa dopo meno di 4 anni. E nel 2014 i costi del fotovoltaico sono calati di un altro 25%, fino a 0,6 euro per watt. Intendiamoci, il calcolo è volutamente semplicistico, visto che in un caso consideriamo solo il costo vivo dell’acquisto del petrolio, senza considerare l’infrastruttura necessaria a trasformare quel petrolio grezzo in combustibile utilizzabile in una centrale, e senza considerare il costo di realizzazione di una centrale.
Nell’altro caso consideriamo solo il costo vivo del pannello, non quello dell’impianto completo. Ma, anche tenendo conto di tutto ciò, il risultato rimane clamoroso. Assolutamente clamoroso. Per capirci: supponiamo che vi dobbiate trasferire in una nuova città per un lungo periodo. Cercate casa, ma ancora siete indecisi tra l’acquisto e la locazione. Supponiamo che vi rivolgiate a un’agenzia scoprendo, dopo due rapidi calcoli, che per acquistare dovete spendere l’equivalente di 115 anni di affitto. Voi cosa fareste? Aprireste un mutuo centenario o paghereste l’affitto? Supponiamo invece che bastino 4 anni di affitto: avendono la disponibilità, correremmo subito ad acquistare. Potremmo analizzare due situazioni di mercato così diverse con la stessa ottica? Non ci converrebbe cambiare paio di occhiali?
* Gianluca Ruggieri, ricercatore di Fisica tecnica ambientale all’Università dell’Insubria, è membro della commissione di master “RIDEF 2.0 Reinventare l’energia”.