Andrea Ciocca, capo progetto di MSF a Donetsk, Ucraina. "Bombardamenti continui. La gente non reagisce neanche più".
“I combattimenti sono quotidiani e negli ultimi giorni sono particolarmente intensi. Migliaia di persone hanno dovuto lasciare la loro casa e alcune zone sono molto pericolose. La popolazione civile rischia di essere coinvolta nei tiri di artiglieria e lanci di mortai. Ci sono bombardamenti indiscriminati anche in aree non direttamente interessate dalle operazioni militari.
Proprio questa mattina un ordigno è esploso in una zona civile, vicino a una stazione degli autobus, i nostri colleghi stavano facendo una donazione di materiale medico a un ospedale che è a tre fermate di autobus dall’incidente e hanno assistito al ricovero di tre civili colpiti da questo incidente, avevano perso alcuni degli arti.
La situazione è molto pesante e le conseguenze del conflitto sono anche quelle indirette. Tutte le compagnie private stanno chiudendo quindi non c’è più lavoro. Inoltre il governo centrale di Kiev ha deciso di ritirare tutte le sovvenzioni e gli aiuti a tutte le istituzioni, comprese ospedali e scuole.
Medici Senza Frontiere da diversi mesi sta supportando più di 70 ospedali nella zona. Abbiamo preparato dei kit per i feriti di guerra, per il trattamento delle malattie croniche, per la maternità. Doniamo kit igienici o coperte alle persone che sono scappate dalle zone più pericolose e trovano alloggio nei bunker sotterranei, dove sono più sicuri rispetto alle bombe ma dove diventa più difficile avere cibo ed essere visitati da un dottore. Abbiamo psicologi che cercano di andare sul territorio e individuare le persone che hanno perso dei familiari o degli amici, o che stanno subendo uno stress notevole per il fatto di essere costantemente sotto il bombardamento.
L’impressione che questa città dà è che probabilmente prima del conflitto fosse una capitale europea a tutti gli effetti con grandi strade, centri commerciali e negozi. Era stata appena ammodernata per i campionati di calcio europei del 2012 Camminando per queste strade molto ampie, viali con parchi, si respira un clima quasi surreale. La gente cerca di continuare a vivere la propria vita, si vedono fidanzati che camminano mano nella mano, persone che parlano al telefono o che giocano tirando la slitta con i bambini. In sottofondo i rumori continui dei bombardamenti. Ormai la gente non reagisce neanche più. Io ancora sobbalzo a ogni esplosione, mi guardo in giro ma le persone non smettono neanche di parlare al telefono. Le persone cercano di continuare la loro vita, ma è impressionante: si può pensare che ci si può abituare a tutto ma si rischia di perdere la misura del pericolo.”