Altissima la tensione in Yemen. L’allarme di INTERSOS: gli scontri nella capitale stanno rendendo difficile portare aiuto alla popolazione.

Si è tornato a combattere in Yemen, paese già devastato da anni di conflitti. L’accordo di pace dello scorso anno tra governo e minoranza Houti è ormai carta straccia. L’instabilità e l’insicurezza che insanguinano il paese non danno scampo alla sua popolazione: 10,6 milioni di persone vivono nell’insicurezza alimentare, la malnutrizione minaccia la sopravvivenza di 840.000 bambini al di sotto dei cinque anni. Nel paese sono oltre 330.000 gli sfollati interni in fuga dai continui scontri, 82.000 sono i rifugiati e i migranti arrivati in Yemen: è anche su di loro che ricadono le conseguenze delle tensioni e dell’instabilità, in un paese in cui il sistema economico al collasso non concede via di fuga dal vortice della povertà.

Le tensioni in corso in queste ore stanno aggravando una situazione già tragica, le violenze rendono difficile per gli operatori umanitari raggiungere la popolazione: “Tra i colpi di mortaio e le raffiche di Kalashnikov in questi giorni è difficilissimo fornire assistenza umanitaria,” è l’allarme di Alessandro Guarino, responsabile INTERSOS per lo Yemen.

“Migliaia di civili, donne, anziani e bambini, non possono ricevere i beni di prima necessità di cui hanno urgente bisogno qui nella capitale Sana’a, che tra enormi difficoltà, da anni ospita generosamente decine di migliaia di rifugiati in grave necessità di aiuto. Persone che vivono al limite della sopravvivenza e che già fuggivano da guerra e persecuzione”.

INTERSOS chiede fermamente alle parti coinvolte di assicurare l’incolumità della popolazione civile e il ripristino delle condizioni minime per poter continuare a portare aiuto alla popolazione in stato di bisogno.

Lo Yemen è un paese inquieto e complesso, in cui correnti politiche, movimenti religiosi, identità tribali e movimenti radicali si mescolano a flussi migratori provenienti da paesi in conflitto o di estrema povertà, soprattutto Somalia, Etiopia, Eritrea ma anche Siria. Povertà estrema e pesanti interessi regionali e globali rendono il territorio yemenita uno scenario forzato delle dinamiche che dominano l’attuale instabilità internazionale.

Gli scontri degli ultimi giorni non sono che un ulteriore esplosione del grave malcontento e delle tensioni che si alimentano progressivamente, lasciando un paese in ginocchio a farne uno dei tasselli fondamentali dell’attuale scenario internazionale. L’onda lunga della primavera araba si è esaurita trascinando lo Yemen oggi ad affrontare conflitti e tensioni interne che ne hanno invertito il processo di pacificazione.

“E’ una situazione molto caotica, e per continuare a portare aiuto umanitario nel paese seguiamo i protocolli di sicurezza più severi che riducono significativamente i rischi al nostro personale esperto, permettendogli di assicurare l’operatività anche in una situazione cosi difficile” dichiara Marco Rotelli, Segretario Generale di INTERSOS, “con una valutazione costante del rapporto tra rischi e impatto benefico sulla popolazione, ci muoviamo per far si che i civili in estremo stato di bisogno ricevano almeno il minimo indispensabile per superare anche questa ennesima fase critica.”

INTERSOS è l’unica organizzazione umanitaria italiana attiva da quasi un decennio in Yemen, lavora con staff nazionale ed internazionale ad Aden, Sana’a e Abyan per soccorrere oltre 20.000 sfollati e rifugiati assicurando la fornitura di acqua potabile, strutture igieniche e assistenza sanitaria, e attraverso i propri centri garantisce protezione e assistenza materiale.

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