L'impresa sociale in Italia. Identità e sviluppo in un quadro di riforma

Oggi l'impresa sociale può contare su 13mila organizzazioni relativamente consolidate ed esplicitamente orientate alla produzione di beni e servizi per rispondere a obiettivi di interesse generale. Oltre a queste esiste un potenziale in ambito non-profit che rappresenta un bacino di nuova imprenditoria sociale in grado di rafforzare la massa critica di quella esistente in termini di disponibilità di beni e di servizi, creazione di occupazione e di nuova economia.

Rispetto alle imprese di capitali, invece, il potenziale è di più difficile determinazione perché le informazioni disponibili certamente non consentono di definire la volontà ad assumere la veste di impresa sociale, ma neanche un più generico orientamento “sociale”. […]I dati del rapporto restituiscono un potenziale che, almeno in termini numerici, appare rilevante, soprattutto in ambito non profit. Si tratta infatti di oltre 80mila organizzazioni diverse dalle cooperative sociali (e quindi associazioni, fondazioni, organizzazioni di volontariato, enti religiosi, ecc.) accomunate dal fato di ricavare oltre la metà delle risorse economiche attraverso scambi di mercato, sia all’interno di arene pubbliche che private.


Le imprese di capitali nei settori a vocazione sociale

Spostando il focus sulle imprese di capitali che operano in settori a vocazione sociale emerge un quadro inevitabilmente più frammentato anche a causa della prevalenza di micro imprese che tendono a concentrarsi, come nel caso delle non profit market, in settori del welfare a più elevata rilevanza economica. La sanità, da questo punto di vista, si configura come un vero e proprio “epicentro” del confronto tra imprenditoria sociale di origine profit e non profit e uno dei principali ambiti nei quali una nuova regolazione e una nuova agenda di politiche potrebbe far emergere molta imprenditoria sociale oggi “nascosta” o esercitata in modo non consapevole.


L'impresa sociale protagonista del cambiamento

Se finalmente oggi la “politica” considera l’impresa sociale come una vera e propria riforma è grazie anche a un’azione di voice che esprime una domanda di cambiamento in modo puntuale e preciso, come dimostrano i contenuti inviati da singoli cittadini ed organizzazioni in risposta alla consultazione pubblica del Governo sulle linee guida della riforma [Giorio, 2014]. La quantità e soprattutto la qualità di quei contenuti è forse la miglior garanzia affinché il cambiamento promesso possa effettivamente realizzarsi, valorizzando le motivazioni e le risorse di cui il Paese è evidentemente ancora ricco. Ma non solo. Esistono infatti concrete attuazioni in diversi ambiti che sono accomunate da un unico obiettivo: infrastrutturare processi di produzione di valore sociale grazie al coinvolgimento di enti e istituzioni diverse, ma soprattutto aggregando la domanda di cittadini che sono portatori di bisogni e più in generale attori di cambiamento.

Il rapporto

Il rapporto Iris Network propone dati e analisi utili ad alimentare il processo di policy making che coinvolge l’impresa sociale, al centro di un importante progetto di riforma normativa. Dopo anni di assenza, il legislatore nazionale torna a giocare un ruolo cruciale per rilanciare le imprese che producono beni e servizi per obiettivi di interesse generale in settori – welfare, cultura, tutela ambientale – che sono sempre più determinanti per il benessere delle persone e delle comunità. Il rapporto approfondisce le caratteristiche delle imprese sociali che operano di fatto con questa veste – le cooperative sociali – e che si trovano ad affrontare un’importante fase di cambiamento interno e del loro ambiente di riferimento e analizza poi i principali bacini di imprenditoria sociale che la norma non ha saputo finora adeguatamente “sfruttare”. Organizzazioni – soprattutto non profit, ma non solo – che grazie ad una nuova agenda di politiche e a risorse finanziarie dedicate potrebbero emergere, arricchendo l’ecosistema dell’impresa sociale italiana come punto di riferimento a livello europeo.

A cura di:
  • Paolo Venturi, direttore di Aiccon (Associazione Italiana per la promozione della Cultura della Cooperazione e del Non profit)
  • Flaviano Zandonai segretario generale di Iris Network e ricercatore presso Euricse (European Research Institute on Cooperative and Social Enterprises)

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