Ancora oggi il lavoro minorile si presenta come uno dei disagi più forti vissuti da bambini e adolescenti in molti paesi del mondo. Nonostante la Convenzione dei Diritti dell'Infanzia e dell'Adolescenza del 1989 sia stata sottoscritta con grande diffusione su scala mondiale e nonostante tutte le normative nazionale tendenti ad eliminare questa forma di sfruttamento, il problema continua a persistere così come continua a persistere lo scontro sul tema.
Cos'è che la società "detta" civile condanna? Il lavoro minorile o lo sfruttamento del lavoro minorile?
Non dobbiamo dimenticare che in molti paesi del mondo la soglia di povertà è così elevata che, spesso, a tutti i componenti della famiglia viene richiesto di dare il loro contributo per il sostentamento del nucleo senza, per questo, subire passivamente maltrattamenti o orari di lavoro massacranti. In alcuni casi c'è anche chi continua ad avere accesso all'istruzione.
Ci accade a volte di confondere le problematiche, assimilandole, ma la distinzione è assolutamente doverosa.
Non dimentichiamo l'Italia del dopoguerra. Un paese che stentava a rialzarsi in piedi dopo gli orrori e la distruzione della seconda guerra mondiale. Anche allora molti dei nostri genitori contribuivano al sostentamento della famiglia con lavori di fortuna ben lontani dalla spensieratezza dell'infanzia o dell'adolescenza: la gente, in Italia, moriva di fame veramente.
Liberiamoci dagli stereotipi e dai pregiudizi e cerchiamo di "lavorare" costruttivamente per la tutela dei diritti di chi, troppo piccolo, non ha la forza di gridare le proprie ragioni.