Il numero dei casi di Ebola registrati in Liberia è in calo ed ora sono i
villaggi più remoti ad essere in prima linea nella lotta al virus. Lo
riferisce il bollettino dell’Organizzazione mondiale della sanità (Oms).
Ai primi di dicembre, la Presidente della Liberia Ellen Johnson
Sirleaf aveva esortato il personale impiegato nella lotta contro l’Ebola
ad intraprendere gli ultimi sforzi per trovare e isolare i rimanenti
casi contagiati dal virus, in particolar modo nelle zone più remote.
L’Oms, insieme ai volontari di Medici senza frontiere, sta continuando a
portare assistenza nei villaggi più sperduti e più difficili da
raggiungere di tutto il Paese. Vengono effettuate visite a chiunque sia
affetto da febbre alta o sia entrato in contatto con il virus e si cerca
di sensibilizzare la popolazione riguardo le importanti precauzioni da
prendere per evitare il contagio. Secondo l’ultimo bollettino dell’Oms,
pubblicato il 7 gennaio 2015, sono più di 20 mila i casi di Ebola, tra
confermati e sospetti, registrati in Guinea, Liberia e Sierra Leone che
hanno causato la morte di 8 mila persone.
Il virus, stando al rapporto,
contagia maschi e femmine nella stessa percentuale mentre le fasce di
età più a rischio sono quelle tra i 15 e i 44 anni e in particolare
quella dai 45 anni in su. In Liberia il numero di casi Ebola è sceso da
300 confermati a settimana nel periodo da agosto a settembre 2014, a 8
casi confermati e 40 sospetti a settimana dall’inizio di gennaio 2015.
Il distretto di Montserrado, che comprende la capitale Monrovia,
continua a registrare il maggior numero di casi nel Paese, mentre 12 dei
15 distretti della Liberia non registrano più nessun contagio.
Il
numero totale dei casi, dall’inizio della diffusione del virus,
registrato in Liberia è di 8.157 contagi che hanno causato la morte di
3.496 persone.