Bilancio partecipativo. Il Comune di Milano ha da poco lanciato la sua sperimentazione di crowdfunding civico: tra i progetti di innovazione e imprenditoria sociale pubblicati, quelli che riusciranno a raggiungere la metà dell’importo previsto otterranno un cofinanziamento per la restante parte, fino a un massimo di 50mila euro a progetto (lo stanziamento complessivo è di 400mila euro). (http://nuvola.corriere.it/2015/01/09/si-puo-finanziare-il-pubblico-con-il-crowdfunding/)

di Ivana Pais e Tiziano Bonini

Un’iniziativa che mette a sistema la campagna pionieristica di Un passo per San Luca: in quel caso, il Comune di Bologna aveva versato 100mila euro all’avvio della campagna, a prescindere dai contributi dei cittadini (che hanno raggiunto i 240mila euro, versati da più di 7mila sostenitori).

La proposta di Milano si avvicina più alle esperienze di bilancio partecipativo, rispetto al quale Parigi sta facendo scuola: negli ultimi sei mesi il Comune ha consultato più di 4mila cittadini per scegliere come allocare 20milioni di euro tra 15 progetti orientati a migliorare la qualità della vita nella capitale francese. Entro il 2020, i cittadini avranno la possibilità di scegliere come destinare 426milioni di euro, pari al 5% degli investimenti previsti.

La differenza è che nel crowdfunding i cittadini attivi si autoselezionano sulla base attraverso il sostegno economico al progetto. Un criterio che crea molto dibattito. La domanda più ricorrente è: perché i cittadini dovrebbero pagare per poter dire la loro rispetto a un servizio pubblico, finanziato attraverso la fiscalità generale o le tasse locali?

La risposta è duplice. In primo luogo, il crowdfunding riguarda progetti che comunque l’amministrazione non avrebbe potuto finanziare interamente. E’ uno strumento di rafforzamento delle partnership pubblico-privato.

Inoltre, i cittadini che hanno deciso di offrire un contributo economico (anche minimo) a un progetto, dimostrano con quel gesto un interesse verso una specifica iniziativa. Il crowdfunding crea una comunità di interesse tra persone che poi probabilmente potranno mettere a disposizione altre risorse (tempo, competenze ecc.) per portarlo a realizzazione. Il bene (o servizio) da pubblico diventa comune. Da questo punto di vista, sarebbe stato più coerente se il cofinanziamento del crowdfunding civico di Milano fosse stato parametrato al numero di finanziatori, anziché alla somma raccolta. E sarà interessante monitorare le forme di partecipazione attivate attraverso il finanziamento.

Nell’attesa, resta un dubbio: i cittadini saranno interessati a versare una somma aggiuntiva rispetto alla tassazione per scegliere, sostenere o partecipare a un progetto di interesse pubblico? Per rispondere a questa domanda, abbiamo costruito una simulazione, basata sul canone Rai: saresti disposto a spendere 5 euro in più (113,5 + 5 euro = 118,5 euro) per avere la possibilità di destinare parte del tuo canone (20 euro) al finanziamento di programmi di tua scelta? Chi ha voglia di partecipare, può farlo da Canone Reloaded.

Partner della formazione

ConfiniOnline fa rete! Attraverso la collaborazione con numerosi enti profit e non profit siamo in grado di rivolgere servizi di qualità a costi sostenibili, garantendo ampia visibilità a chi supporta le nostre attività. Vuoi entrare anche tu a far parte del gruppo?

Richiedi informazioni