A Bergamo, dalla ricca esperienza di "Molte fedi sotto lo stesso cielo", un'iniziativa di lettura comune per contrastare la paura che paralizza vita personale e azione sociale. (http://www.acli.it/index.php?option=com_k2&view=item&id=9528:circoli-di-r-esistenza-leggere-insieme-per-non-avere-paura&Itemid=234#.VJPWoP8OhwE)

Simone Sereni

“Uniti si è forti. Ci si sente invincibili perché non si è soli.”. È la chiosa delle 18 pagine di diario degli incontri del circolo di R-esistenza ‘Mozzo/2’, uno dei 113 gruppi – circa 1.300 persone coinvolte in totale – che in provincia di Bergamo hanno voluto sperimentare la proposta delle Acli e in particolare di “Molte fedi sotto lo stesso cielo”, una manifestazione interculturale molto apprezzata già da qualche anno.

Cos’è un circolo di R-esistenza? È un gruppo - promosso in genere da un circolo Acli - di uomini e donne, dai 18 anni in su che si sono impegnati a ritrovarsi quattro volte per leggere un testo, commentarlo e avviare insieme alcune riflessioni. In alcuni casi, anche per deporre semi di iniziative concrete.

Quest’anno, dopo la positiva edizione precedente, il testo guida è stato Non abbiate paura! del filosofo Silvano Petrosino e del sacerdote Giovanni Nicolini, una riflessione sul rapporto tra l’uomo e le paure. “Siamo grati a loro – spiega Daniele Rocchetti, vicepresidente delle Acli di Bergamo e animatore di ‘Molte fedi’ – soprattutto per averci indicato vie di speranza. In un tempo che sembra chiudere, oscurare, isolare, impaurire, c’è bisogno di uomini e donne che sappiano aprire, illuminare, connettere, incoraggiare. C’è bisogno di uomini e donne che coraggiosamente riaprano il futuro”.

Ogni gruppo prevede un minimo di otto fino a un massimo di quindici partecipanti. Il giorno e l’orario sono stati stabiliti da ciascun circolo, che ha avuto come referente un facilitatore, scelto e indicato dal gruppo stesso. Le Acli si sono impegnate a formare i "facilitatori" dei gruppi offrendo loro griglie utili per lo scambio e la discussione. Ma il metodo è una proposta e ogni circolo ha preso poi una strada speciale, legata molto al contesto e ai bisogni di chi ha partecipato.

“Qui, tra Acli e parrocchia, ci conosciamo tutti – dice Vanna Lecchi di Bonate Sotto – ma i circoli di R-esistenza ci hanno dato la possibilità di parlare in modo laico della nostra fede. Alcuni hanno letto tutto il libro, altri solo dei brani. Il centro è il racconto del vissuto dei partecipanti. Abbiamo fatto 2 circoli, uno per i soci e un altro, più aperto, nella biblioteca comunale; e lì già ci hanno chiesto di ripetere una cosa analoga in futuro”. Questo perché per chi ha partecipato si è trattato di un’occasione forse unica di sentirsi comunità; ma anche di sentire di poter condividere pesi e di darsi la possibilità di alleggerire un po’ la zavorra che ci impedisce di vivere appieno.

“A Mozzo abbiamo messo su 3 circoli di R-esistenza– racconta Ornella Pansa del circolo ‘Mozzo/1’ – perché quest’anno sono arrivate più persone; con i giovani addirittura abbiamo dovuto formare un circolo dedicato, che è accompagnato dal curato della nostro oratorio. Si sono create relazioni buone tra le persone, anche con i nuovi, e questo si vede quando facciamo iniziative in paese come Acli. Ora, chi ha partecipato chiede: ‘Ma adesso non ci vediamo più’. Le persone hanno parlato di se stesse, dei loro problemi concreti e hanno capito che non sono sole”.

L’esperienza del circolo detto ‘Mozzo/2’ è tutta particolare, un circolo di sole donne nate intorno a un’amicizia fortissima e a un’attività di volontariato: “Il centro è Cecilia, che è poi la referente del circolo – spiega Enza Di Natali, la curatrice del diario citato in apertura – Cecilia ha 57 anni, una donna speciale che non ha mai camminato. Eppure la sua forza e il suo spessore ci hanno riunito tutte intorno al suo letto nella sua piccola stanza, noi che a turno le diamo una mano nelle cose pratiche. Tra noi praticamente, prima del circolo di R-esistenza, non ci conoscevamo. Ora ci sentiamo unite”.

Un’esperienza dunque di ascolto attivo, come sottolinea anche Maurizio Mazzocchi del circolo di Villa d’Almé: “Negli eventi di ‘Molte fedi’ si è essenzialmente spettatori, uditori; con i circoli di R-esistenza si diventa protagonisti. È un valore aggiunto, ti fa sentire chiamato in causa”.

L’esperienza è servita a presentare le Acli in una luce diversa, meno nota a molti: “Sì, ha permesso di dare alle Acli come associazione – conferma Daniela Maffioletti del circolo di Bergamo Ovest – uno spessore più concreto, quello di una realtà che agisce in modo capillare. C’è un gran desiderio di partecipare e di far associazione. Sono convinta che alla fine della proposta dei circoli di R-esistenza partiranno delle nuove iniziative di mobilitazione”.

Il 6 febbraio 2015 è in programma l’incontro finale con gli autori per completare il confronto sul testo, tirare una linea e magari anche rispondere alle attese che i circoli di R-esistenza hanno generato in tante persone, formando anche rivoli di interesse non tutti previsti. “Siamo partiti – spiega Daniele Rocchetti – dalla convinzione che non è più il tempo di dare per scontato parole e idee e di ritenerle acquisite una volta per sempre. Anche l’idea stessa di democrazia. La risposta è andata oltre ogni aspettativa”.

“Per paura si muore di paura. Insieme è nulla la paura”. Nelle parole di Maria Pia Veladiano, una delle belle risposte cercate e trovate nei circoli di R-esistenza 2014.

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