L’open data come strumento di trasformazione ed emancipazione sociale. Questa motivazione ha spinto
cheFare (premio/piattaforma per la mappatura, votazione e realizzazione di progetti di innovazione culturale in Italia promosso da doppiozero) – in collaborazione con
Fondazione Cariplo e
Fondazione Fiztcarraldo – a rendere accessibili in formato #opendata i dati delle prime due edizioni di cheFare e della prima edizione di IC – Innovazione Culturale.
Negli ultimi anni i bandi per il finanziamento dell’innovazione culturale (e sociale) sono diventati attori rilevanti dell’ecosistema della produzione culturale. Anche se l’aspetto di “premialità” la fa da padrone, la raccolta di mappe sempre più accurate (un database di 1500 voci per cheFare e IC) rileva cosa, come e dove cambia la cultura in Italia. I dati sono consultabili grazie a Sociodata – archivio dati per la ricerca sociale dell’Università di Sociologia di Milano-Bicocca –
a questo link.
Il dataset è stato costruito in modo da poter effettuare analisi sui progetti e sulle singole persone che sono state coinvolte. In altri termini, è possibile avere una fotografia sia degli individui che hanno partecipato al bando (come proponenti o come membri di un team) – concentrando l’attenzione sul tipo di professioni coinvolte, i settori lavorativi e le competenze messe in campo – sia delle idee presentate – identificandone le peculiarità, l’utilità, l’impatto e le carenze.
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