Adiconsum, Adoc, Adusbef, Cittadinanzattiva, Federconsumatori e Legaconsumatori dicono no ai tagli previsti da Legge Stabilita’, danno anche per Pubblica Amministrazione, senza lavoro patronati previste maggiori spese per oltre 650 milioni di euro. (http://www.forumterzosettore.it/2014/12/10/consumatori-contrari-a-taglio-ai-patronati-danno-per-50-milioni-di-cittadini/)

Roma. Anche Adiconsum, Adoc, Adusbef, Cittadinanzattiva, Federconsumatori e Legaconsumatori si oppongono al taglio, previsto dalla Legge di Stabilità 2015, ai fondi destinati ai Patronati. Un servizio utile, fondamentale e gratuito per oltre 50 milioni di cittadini consumatori.

“Tagliare i fondi ai Patronati significa tagliare la tutela dei diritti a oltre 50 milioni di cittadini consumatori – dichiarano Anche Adiconsum, Adoc, Adusbef, Cittadinanzattiva, Federconsumatori e Legaconsumatori – i Patronati rappresentano un servizio imprescindibile di difesa dei diritti concernenti la contribuzione da lavoro, la salute, la cittadinanza, l’assistenza sociale ed economica, la previdenza pubblica e complementare. A loro si rivolgono non solo i lavoratori e le famiglie ma anche i disoccupati, i pensionati, i cittadini stranieri, che rappresentano il 18% degli utenti. Ovvero tutte quelle fasce di popolazione a rischio, i soggetti più deboli e svantaggiati, i meno tutelati, che vedono nei Patronati l’occasione di vedere difesi i loro diritti, di vedere ascoltate le loro richieste e i loro dubbi.

I Patronati svolgono, inoltre, una fondamentale funzione di radicamento sul territorio, costituendo un momento di aggregazione, civiltà e solidarietà soprattutto nelle aree più svantaggiate. Ricordiamo, infine, che senza i Patronati sulla Pubblica Amministrazione graverebbe un danno di oltre 650 milioni di euro, necessari per poter svolgere le funzioni ad oggi in capo ai Patronati. Per tutti questi motivi riteniamo sia impensabile prevedere tagli ai fondi, così come quanto previsto dalla Legge di Stabilità 2015. Un pensiero condiviso da oltre un milione di cittadini che hanno già firmato la petizione per difendere l’accesso gratuito ai loro diritti”.

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