La nostra società è ferma. I mondi vitali che ne hanno sostenuto il cammino si sono ripiegati in sé stessi. Questa è l'immagine ricavata dal 48° Rapporto Censis. (http://www.acli.it/index.php?option=com_k2&view=item&id=9519:l-italia-ha-le-ali-chiuse&Itemid=778#.VIqcQ3uzk4A)

Andrea Casavecchia

Tra le famiglie e le imprese c'è un atteggiamento attendista, dominato da un'incertezza diffusa. Manca la fiducia nel futuro, manca un orizzonte all'interno del quale collocare una possibile azione.

Le famiglie sono a consumo zero: nell'incapacità di scegliere mantengono liquidità e depositi, riducono i consumi e annullano gli investimenti in immobili. Cercano solo di coprirsi le spalle.

Le imprese fanno altrettanto, riducono gli investimenti per alimentare la produzione senza limitare, anzi incrementando il "marigne operativo lordo" cioè la capacità di generare valore aggiunto (i guadagni al netto delle retribuzioni) e aumentano il patrimonio netto.

Si crea - dicono i ricercatori - del Censis un capitale inagito conservato sotto il materasso.

I primi a farne le spese sono i giovani e i lavoratori. In Italia il capitale umano per usare le parole del Rapporto "non si trasforma in energia lavorativa".

Come è potuto accadere?

Secondo De Rita il nostro sistema è sgretolato, i suoi nodi decisionali non funzionano; si fatica a riavvinarne il motore. Anzi la nostra società è disordinata e costituita da mondi incomunicanti.

É la società delle sette giare che si disinteressano l'una dell'altra:
  • i poteri sopranazionali che influiscono sulla collettività senza coinvolgerla;
  • la politica nazionale che cerca di riaffermare un nuovo primato riequilibrando le sue dinamiche interne e che salta i corpi intermedi;
  • le sedi istituzionali che sono paralizzate dai cortocircuiti burocratici e la loro autoreferenzialità;
  • le minoranze vitali che si affermano estraneandosi dai destini del Paese;
  • la crescente quota di sommerso sempre più ambiuga
  • il mondo della comunicazione che si concentra sull'evento più che sui processi reali del paese.
Perché l'Italia riapra le sue ali, occorre trasformare le giare in vasi comunicanti.

Nella lettura di De Rita dentro queste sette giare la vita esiste ma non ha interesse a emergere. Per questo è necessaria una visione politica capace di coinvolgerle in un processo dinamico capace di lasciar emergere aspettative potrà riuscire a connetterle, per inciso sappia rendere protagonisti quella parte vitale dei corpi intermedi.

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