L’Africa resta il continente più colpito, per questo Amref – presente nel continente dal 1957 - continua a lavorare con autorità sanitarie, comunità, istituzioni, con uno sguardo attento alle donne, che sono il 58% di coloro che vivono con Hiv in Africa sub-sahariana.
Il mondo ha fatto grandi progressi al fine di raggiungere l'obiettivo globale che si è dato: Zero infezioni, Zero Discriminazioni e Zero morti per Aids entro il 2030. Enormi progressi si sono avuti negli ultimi 15 anni. Nonostante questo l'Hiv continua ad essere un problema globale: 35 milioni di persone vivono con l'Hiv (dati UNAIDS - programma delle Nazioni Unite su HIV). Di questi 24,7 milioni - circa il 68% - vivono in Africa sub-Sahariana, dove Amref opera dal 1957.
Da una stima del 2013 risultano 2,1 milioni le nuove infezioni nel mondo, 38% in meno rispetto al 2001. Cala intanto il numero dei morti - 1,5 milioni nel 2013 -, 35% in meno rispetto a quello che UNAIDS considera il picco, il 2005. Con gli Obiettivi del Millennio il mondo si era dato l'obiettivo di raggiungere 15 milioni di persone curate con la terapia antiretrovirale. Secondo una stima di giugno 2014 la terapia aveva raggiunto circa 13,6 milioni. La nota negativa è che, sebbene i progressi, un ritardo persiste nelle terapie ai bambini: nel 2013 circa il 38% degli adulti ha ricevuto terapie antiretrovirali, solo il 24% tra i bambini. Crescono - sempre secondo stime UNAIDS - le risorse economiche per i programmi per la lotta all'Aids. Nel 2013 19,1 miliardi di dollari sono stati investiti nei Paesi a medio e basso reddito; 250 milioni in più rispetto al 2012.
Nonostante i progressi, se la situazione rimanesse ai livelli del 2013, il mondo nel 2030 si avrebbero ancora 2,5 milioni di nuove infezioni. Di questo, il carico maggiore ricadrebbe sull'Africa, ed in particolare su donne e uomini (esclusi i lavoratori del sesso), seguiti dai bambini e dalle donne che si prostituiscono e i rispettivi clienti. Attualmente 30 Paesi al mondo detengono il carico dell'89% delle nuove infezioni: 28 appartengono ai Paesi a basso e medio reddito, due ai Paesi ad alto reddito (USA e Russia). Tra i 28 sono: 18 i Paesi Africani, 6 in Asia, 3 America Latina, 1 Europa (vedi tabella UNAIDS).
L'Africa sub-Sahariana conta il maggior numero di vittime per infezioni legate ad HIV: 1,5 milioni di infezioni in Africa nel 2013, di questi 1,1 milioni sono morti. In Asia e area del Pacifico le infezioni nel 2013 sono state 350mila, Est Europa e Asia centrale 110mila, in America Latina 94mila, Europa occidentale e Nord America 88mila. In Africa l'epidemia non è diffusa in modo uniforme, infatti i picchi più elevati si raggiungono nell'Africa meridionale. Dal rapporto UNAIDS si rileva infatti che nella regione Medio Oriente e Nord Africa nel 2013 sono state 25mila le nuove infezioni (1,5 milioni in Africa Sub-sahariana).
I trattamenti Hiv stanno ottenendo ottimi risultati sia nel far crescere l'aspettativa di vita delle persone che vivono con HIV, sia nel prevenire le trasmissioni. Importante però è affiancare le cure e quindi la medicina ad un coinvolgimento e sensibilizzazione della società, accanto alla collaborazione con istituzioni e privati. Per continuare ad ottenere buoni risultati Amref ha scelto di lavorare a fianco delle comunità sanitarie locali, della popolazione ed in particolar modo delle donne. L'Hiv è la principale causa di morte tra le donne in età riproduttiva.
L’Hiv resta un'emergenza del continente africano, anche perché in moltissimi casi si sovrappone ad altre malattie come la malaria e la tubercolosi, che accorciano ulteriormente le aspettative di vita dei malati. "L'Africa non è più il continente del futuro - ha affermato il Direttore Generale Amref, Teguest Guerma, nella Conferenza che si è tenuta a Nairobi dal 24 al 26 novembre, organizzata con OMS - É il continente dell'oggi". L'unica via per un cambiamento duraturo della salute dell'Africa - secondo Amref - passa per la rimozione di alcuni blocchi del sistema sanitario. L'Africa rappresenta l'11% della popolazione mondiale eppure il 24% delle malattie globali pesa sul continente africano, con un misero 3% di operatori sanitari mondiali. Ne servirebbe quasi un milione in più.
Amref rivolge lo sguardo anche all'Italia e all'Europa rilanciando l'appello dell'Osservatorio Italiano sull'Azione Globale contro l'Aids - di cui fa parte - affinché i Governi si impegnino a destinare le risorse che si ricaveranno dalla Tassa sulle Transazioni Finanziarie (TTF) a settori chiave per lo sviluppo, tra cui la salute globale, ricorrendo anche a fondi multilaterali già esistenti, come il Fondo Globale.