«Il Pontefice ha rivolto alle istituzioni europee un impegnativo messaggio di speranza e di incoraggiamento che pone l'Europa di fronte ad alcune grandi scelte di prospettiva», afferma Gianni Bottalico, presidente nazionale delle Acli, a commento dei due discorsi che papa Francesco ha tenuto a Strasburgo al Parlamento Europeo e al Consiglio d'Europa. (
http://www.acli.it/index.php?option=com_k2&view=item&id=9493:bottalico-il-papa-indica-le-sfide-per-un-europa-protagonista&Itemid=674#.VHglxMkzDAE)
«Il Papa – prosegue Bottalico - ha chiesto all'Europa di non perdere la sua anima umanistica, altrimenti viene semplicemente spazzata via dalla globalizzazione, diviene un “retaggio museale”. Solo un'Europa che sappia essere autonoma, unita e rispettosa del primato della persona sugli interessi economici potrà svolgere un ruolo da protagonista in questo secolo.
La prospettiva, indicata dal Papa all'intero Continente, nella quale le Acli si riconoscono con forte convinzione, è incentrata sul riconoscimento della dignità della persona e dei suoi diritti inalienabili al di sopra degli interessi economici, sull'attenzione ai più deboli, ai poveri, ai migranti, sull'esigenza di ridare dignità al lavoro, favorendo “un adeguato contesto sociale, che non punti allo sfruttamento delle persone, ma a garantire, attraverso il lavoro, la possibilità di costruire una famiglia e di educare i figli”.
Appare altresì molto condivisibile l'invito rivolto agli eurodeputati a “mantenere viva la realtà delle democrazie”, non lasciandole indebolire da “interessi multinazionali” che rischiano di trasformarle “in sistemi uniformanti di potere finanziario al servizio di imperi sconosciuti”.
Nei due discorsi di questa mattina – conclude il presidente delle Acli - papa Francesco ha parlato all'intera Europa, quella comunitaria e quella geografica, che si estende dall'Atlantico agli Urali. Ed in una fase in cui forze esterne all'Europa interferiscono per dividerla, il Pontefice ha esortato a raccogliere la sfida della “multipolarità dell'Europa” per edificare l'Europa come “famiglia di popoli” che “ruota non intorno all’economia, ma intorno alla sacralità della persona umana”».