Primari e personale volontario permettono ai meno abbienti di non dover rinunciare alle cure. (http://www.labsus.org/2014/11/ambulatori-sociali-sanita-tariffa-agevolata-contro-la-crisi-economica-san-giorgio-bosco-pd/)

Andrea Intonti

Aperto in Veneto il terzo ambulatorio sociale d’Italia: sanità a costi minimi per far fronte al taglio della spesa per le cure mediche delle famiglie italiane. Si tratta di prestazioni mediche a costi bassi o nulli per ridurre l’impatto delle spese mediche nel budget delle famiglie. È questa la mission degli ambulatori sociali, come quello di San Giorgio in Bosco (PD), nati inizialmente per curare gratuitamente cittadini stranieri e senza fissa dimora e oggi aperti anche a quei cittadini che non riescono più a curarsi.

L'ambulatorio di San Giorgio in Bosco è “una risposta concreta alle esigenze dei cittadini”.

Tra il 2006 ed il 2013 la povertà sanitaria è aumentata del 97%. A lanciare l’allarme è il primo rapporto sulla povertà sanitaria dell’Osservatorio nazionale sulla donazione dei farmaci della Fondazione Banco Farmaceutico, secondo il quale le famiglie considerate al di sotto della soglia di povertà – dalle famiglie numerose agli anziani con pensione minima – spendono al mese poco meno di 17 euro per curare la propria salute. Di questi, 12,50 vengono destinati all’acquisto di farmaci, diminuendo il ricorso alle cure.


San Giorgio in Bosco, nasce il primo ambulatorio sociale del Veneto

Cardiologia, ginecologia, oculistica sono alcuni dei servizi offerti – gratuitamente o a tariffa agevolata – dal “Centro di informazione sanitaria avanzato” di San Giorgio in Bosco, comune di circa 6.000 abitanti nel padovano. L’ambulatorio, la cui sede è ospitata dai locali del Comune al piano terra della Barchessa sud di Villa Bembo 1, è nato a settembre 2013 dalla collaborazione tra lo stesso Comune, l’Ulss 15 Alta Padovana, l’associazione “Territorio e Vita.org” ed un gruppo di diciannove medici volontari, tra cui cinque primari.


Una sinergia tra enti locali e associazioni

Le prestazioni mediche sono fornite a tariffe agevolate o a costo zero, a seconda delle possibilità dei singoli pazienti. Tre le condizioni di accesso principali al servizio vi sono la reale necessità della prestazione medica – accertata dal proprio medico curante – essere residenti nel Comune ed avere un ISEE pari o inferiore ai 7.500 euro, intorno al quale vanno considerate anche risorse familiari e condizione lavorativa, il cui accertamento è assicurato dai servizi sociali. Un “criterio di equità” che permette di garantire il servizio a “chi veramente ne ha bisogno”, specificava a settembre al Mattino di Padova il sindaco di San Giorgio in Bosco, Renato Miatello, evidenziando come la “sinergia tra enti locali e associazioni” sia “mirata a fornire una risposta concreta alle esigenze dei cittadini”.


Da Nord a Sud, una risposta concreta

Una risposta concreta che sta prendendo sempre più piede nel nostro Paese. L’ambulatorio di San Giorgio è, infatti, il primo centro in Veneto ed il terzo in Italia dopo quelli di Bari e Genova, dove le prestazioni mediche vengono fornite a tariffe agevolate. Altri centri si trovano a Milano, Roma e Firenze, nei quali però le prestazioni – soprattutto odontoiatriche, il primo taglio alla spesa medica delle famiglie – sono destinate principalmente a migranti e persone senza fissa dimora.

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