Il musicista e imprenditore Mario Riso dopo un viaggio in Kenia ha fondato Rezophonic mettendo la sua musica a servizio di Amref e aiutare a costruire pozzi d'acqua. (http://wisesociety.it/incontri/la-sete-dellafrica-mi-ha-fatto-cambiare-direzione/)

Mariella Caruso

Scioccante, ma nello stesso tempo educativo. Di sicuro capace di far cambiare prospettiva a molti di coloro che l’hanno vissuto. Un viaggio in Africa, non quella dei safari o del turismo a 5 stelle, ma quella afflitta dalla fame, dalla sete e dalla malattie non è un’esperienza che lascia indifferenti. Lo ha provato sulla sua pelle Mario Riso, storico batterista nel panorama rock italiano che, dopo essere stato in Africa su invito dei Viaggi del Ventaglio, allora sponsor della Nazionale artisti tv e stelle dello sport della quale faceva parte, ha – per dirla con parole sue – «cambiato prospettiva». E pure la destinazione del suo lavoro facendo nascere Rezophonic, un’iniziativa dietro la quale dal 2006 si celano numerosi artisti della scena musicale alternativa italiana. «Rezophonic – spiega il 46enne Mario Riso – è molto più che una proposta discografica, è una vera e propria iniziativa umanitaria che sostiene il progetto idrico di Amref Italia (Fondazione Africana per la medicina e la ricerca) e che ha come scopo la realizzazione di pozzi d’acqua in Africa».

Come nasce Rezophonic?

Da artista della Nazionale artisti tv e stelle dello sport sono stato invitato in Kenia per andare a vedere di persona cosa era stato realizzato coi fondi raccolti. Eravamo ospiti in un villaggio turistico dotato di tutti i comfort, ma mi è bastato qualche giorno per capire che la vita al di là delle reti era tutta un’altra cosa e ho voluto conoscere di più. Ho avuto la fortuna di incontrare Icio De Romedis, consigliere di Amref Italia e fondatore di Icio Onlus, che era lì per consegnare aiuti e chiesi di aggregarmi a loro. Grazie a quell’esperienza ho ricevuto grandi insegnamenti da piccoli gesti come quando alla Secondary School Ngala a Watamu un bambino cui avevo regalato una caramella è andato a dividerla con gli altri. L’anno dopo nell’entroterra, invece, ho capito cos’è la sete e ho realizzato che fino a quel momento mi ero sempre lamentato per cose inutili tipo non potermi comprare un’auto più bella.

Riflessioni che a volte tutti facciamo…

Sì, ma io a quel punto ho deciso di rivedere molto della mia vita. Mi sono ricollocato, ho cambiato destinazione alla mia progettualità. Stavo lavorando al mio primo disco da solista e ho deciso di farlo diventare il primo progetto di Rezophonic spiegando ai musicisti che lavoravano con me che sarebbe diventato qualcosa di più universale con lo scopo di portare acqua in Africa perché avevo scoperto qual è la cosa più importante della vita. Così l’accordo che stavo chiudendo con la Sugar, la casa discografica di Caterina Caselli, è cambiato: ho ceduto il mio contratto alla Amref che poi lo ha formalizzato facendo in modo che io ci metto la musica e Amref utilizza tutti i proventi. Era il 2006 e da allora sono accadute mille cose…

Per esempio?

Come Rezophonic abbiamo fatto tre dischi, decine di videoclip e centinaia di concerti con i quali abbiamo costruito 158 pozzi, 15 cisterne e una scuola. Questo vuol dire che il rock italiano ha portato acqua a 30.000 persone per tutta la vita. Questo mi sembra un buon inizio.

Tutto questo l’avete ottenuto vendendo dischi?

No, non ce l’avremmo mai fatta. I dischi sono un pretesto per andare a suonare in piazza e dare voce al nostro progetto, raccontare delle storie e fare riflettere. Ci è capitato che, pur suonando davanti a poco più 200 persone, c’erano ad ascoltarci responsabili di aziende che poi hanno deciso di darci una mano. Oppure come il comune di Bari che in occasione di un Capodanno in cambio della nostra esibizione ci ha donato 4 pozzi, lo stesso ha fatto Fabio Cannavaro che ci ha donato un pozzo che porta il suo nome come tutti i 158 che siamo riusciti a costruire con il nostro impegno.

Quindi ci sono pozzi che si chiamano…

Caparezza, Giuliano Sangiorgi, Enrico Ruggeri, Cristina Scabbia dei Lacuna Coil, Francesco Sarcina, Pino Scotto e ce n’è anche uno che si chiama Mario Riso.

L’Africa è un luogo turistico molto frequentato, specie da molti vip. La molla etica e sociale non scatta a tutti coloro che ci vanno…

Io rispondo alla mia coscienza, non sono preoccupato di giudicare quello che fanno o non fanno gli altri. Sono convinto che chi, come me, ha realizzato dei sogni ha il dovere di restituire. Io suono, faccio dischi, ho costruito due canali televisivi (Rock tv e Hip hop tv, ndr) e quindi ho qualche possibilità in più di tanti altri. E’ vero che lo sport nazionale è scrollare le spalle, io ho deciso non farlo. Ma non è che sfinisco la gente chiedendo aiuti, mi limito a raccontare la realtà e a sensibilizzare raccontando storie.

Che storie sta raccontando adesso Rezophonic?

Storie antispreco. Perché anche chi non ha a disposizione tempo e soldi, può dare un aiuto evitando di sprecare risorse preziose come l’acqua che facciamo sgorgare dai rubinetti senza pensarci. Per me è inevitabile raccontare la realtà di gente che per sopravvivere deve incidere il collo delle mucche e mescolare il sangue con il latte per arrivare al giorno successivo e di confrontare tutto questo con la nostra ricchezza di cui non ci rendiamo conto. Non sprecare è un modo per restituire una terra migliore a chi verrà dopo di noi.

Così si collega anche al tema di Expo 2015: “Nutrire il pianeta, energia per la vita”…

Un pianeta da nutrire, ma bisogna aiutare le popolazioni a nutrirsi lì dove vivono e dove c’è acqua, c’è vita. Intorno ai pozzi si sviluppano comunità che si nutrono anche dei frutti prodotti dalla terra bagnata dall’acqua dei pozzi. Detto questo Expo 2015 è una grande occasione: mi piacerebbe un coinvolgimento che vada anche oltre i diagrammi che a volte vengono osservati con un po’ di distacco e noia dalla gente. A volte una semplice canzone come “Dalla a me, io sicuramente non la spreco”, l’ultima che abbiamo pubblicato come Rezophonic, può sostituire tanti discorsi.

Quando farà il prossimo viaggio in Africa?

Io ci vado ogni anno, sono venuti con me Pau dei Negrita, Roy Paci, ma anche Mtv e Famiglia Cristiana che hanno raccontato quello che facciamo. Ci tornerò molto presto. Andrò ancora con Icio De Romedis, il mio mentore e il garante di tutto ciò che fa Rezophonic.

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