Il segreto bancario morirà nel 2017. Lo hanno stabilito i rappresentanti di 51 paesi Ocse mercoledì a Berlino. (http://www.euractiv.it/it/news/economia-finanza/10220-segreto-bancario-dal-2017-muore-in-51-paesi.html)

Giuseppe Latour

Fine del segreto bancario e colpi durissimi all’evasione fiscale internazionale. Mercoledì, a Berlino, i rappresentanti di 51 paesi, in occasione del Global Forum per la trasparenza e lo scambio di informazioni dell'Ocse, hanno sottoscritto un accordo per l'implementazione del nuovo standard unico globale per la circolazione di notizie tra i diversi paesi (Common reporting standard). Tra loro c’era il ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan. La novità scatterà nel 2017. E dal 2018 altri 34 Stati si aggiungeranno all’elenco degli “early adopters”.


A cosa si applica

L’accordo, ovviamente, non nasce in questi giorni. “Si tratta - spiegano dal Mef - del punto di arrivo di un intenso e prolungato sforzo internazionale orientato a conseguire un accordo politico e tecnico tale da cancellare il segreto bancario”. Questo risultato, di fatto, potrà dirsi raggiunto a partire dal 2017. Anche se qualche azione scatterà prima: le attività di verifica sui conti saranno avviate dagli intermediari finanziari dei paesi “early adopters” già da gennaio 2016. Lo scambio riguarderà i depositi bancari, gli interessi, i dividendi dei titoli finanziari e i codici di identificazione fiscale.


Il ruolo dell'Italia

L'Italia, va detto, ha avuto un ruolo di prima linea nell’adozione di questo accordo. Roma ha sempre sostenuto l’attivazione di uno standard internazionale sin dai primi tentativi, partecipando al Gruppo dei 5 (Francia, Germania, Italia, Spagna, Regno Unito) che ha elaborato, insieme agli Stati Uniti, l'accordo per l'applicazione del Fatca e il miglioramento della compliance fiscale internazionale.


Il calendario

I paesi che hanno già firmato l’accordo, in questa prima tornata, sono 51. A questi se ne aggiungerà un plotoncino di sette, che non ha sottoscritto subito il nuovo standard ma che si è detto pronto a partecipare all’iniziativa già nel 2017. Il terzo gruppo arriverà dal 2018, ed è composto da 34 stati: tra questi, ci sarà la Svizzera. Insomma, in totale sarà raggiunta la quota di 92 paesi. Tra i firmatari ci sono anche diversi paradisi fiscali, come le Cayman, le Bermuda e il Liechtenstein.


L'impatto sull'Europa

Al di là del livello Ocse, però, è interessante verificare come questo accordo impatterà sull’Ue. L’Italia, in qualità di presidente di turno del Consiglio dell'Unione europea, ha già completato l’elaborazione del testo della nuova direttiva sulla cooperazione amministrativa, ottenendo l'accordo politico in occasione della riunione Ecofin dello scorso 14 ottobre. La nuova direttiva, concretamente, impegna gli stati membri dell'Ue ad adottare il nuovo “Common reporting standard” a partire dal 2017. L’unica eccezione è stata fissata a favore dell’Austria, che avrà una deroga fino al 2018.


Multinazionali nel mirino

Questo accordo avrà un grande significato anche sul fronte delle entrate. Secondo i calcoli dell’Ocse, nei paesi nei quali negli scorsi anni è stato sperimentato lo scambio automatico di informazioni è stato recuperato gettito per 37 miliardi di euro. Nel mirino finiranno anche le grandi multinazionali, che usano spesso sedi fittizie per abbattere il loro carico fiscale.

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