Il 28 ottobre 1994 nasce l’idea di costituire il Forum del Terzo Settore, prendendo le mosse dalla manifestazione La solidarietà non è un lusso, a cui farà seguito il 29 ottobre un corteo nazionale a Roma (da piazza della Repubblica a piazza del Popolo) in cui sfileranno migliaia di cittadini. (http://www.acli.it/index.php?option=com_k2&view=item&id=9393:28-ottobre-1994-nasce-il-forum-del-terzo-settore&Itemid=778#.VFM8wMlvZWo)

Simone Cittadini

Al termine dell’incontro i rappresentanti del Terzo settore propongono un pacchetto di interventi legislativi da inserire nella legge Finanziaria 1995:
  • la riforma della legge sui servizi sociali;
  • la legge di riconoscimento per l’associazionismo e di sostegno per il Terzo settore;
  • il riconoscimento di un regime fiscale differenziato per il non profit;
  • l’istituzione di un fondo nazionale di sostegno per le organizzazioni non profit;
  • la riforma dell’obiezione di coscienza e l’istituzione del servizio civile nazionale per i giovani;
  • la riduzione delle spese militari, in un quadro di riforma delle Forze armate;
  • una nuova legislazione in materia di immigrazione sia per regolare i flussi migratori, sia per garantire i diritti e l’integrazione civile e sociale degli immigrati;
  • la promozione di politiche coerenti per favorire uno sviluppo economico sostenibile per la società e l’ambiente.
Si tratta di proposte ambiziose, molte delle quali si sono andate realizzando nel corso degli anni. Il 28 ottobre 1994 è il primo passo di un processo lungo e laborioso che porterà alla costituzione ufficiale del Forum nazionale del Terzo settore il 19 giugno 1997 a Roma, presso la sede delle Acli in via Marcora.

Con gli anni ’90 le Acli iniziano a caratterizzarsi sempre di più come associazioni di Terzo settore, facendosi forza trainante di una realtà molto variegata e complessa che emerge come nuovo attore di democrazia e di economia civile.

L’associazionismo italiano, costituito da decine di movimenti, organizzazioni e gruppi del volontariato e della cittadinanza attiva, organizzazioni della cooperazione sociale in rappresentanza di milioni di cittadini di categorie sociali diverse, decide di mobilitarsi il 28 e 29 ottobre 1994 e di realizzare proposte per confrontarsi con i partiti, il parlamento e il governo.

Le Acli sono in prima fila. Ecco cosa scrive il presidente nazionale Franco Passuello nell’editoriale su Azione Sociale, presentando la manifestazione:

[…] Tra lo Stato e il mercato, tra il pubblico statale e il privato mercantile è cresciuta una terza dimensione che fa sintesi delle altre due: il privato sociale, il pubblico non statale. L’alternativa alla burocrazia assistenziale non è la privatizzazione ma la socializzazione solidale. E la solidarietà non è un lusso, non è un “costo” economico. Può diventare il fondamento di un’economia sociale che aiuta a governare il mercato verso fini di sviluppo qualitativo della società. È per dire questo che i movimenti e le associazioni del “Terzo settore” si ritrovano a Roma il 28 e 29 ottobre. Per fare entrare in campo un soggetto civile nuovo; per presentare un pacchetto di proposte di politica sociale che indica la strada di una seria riforma della previdenza, della sanità, dei servizi. Sarà bello esserci. (Franco Passuello, in Azione Sociale n.10, ottobre 1994)

Nel Manifesto di convocazione redatto dalle Acli, in cui si invitano tutte le organizzazioni del terzo settore alla mobilitazione generale per il doppio appuntamento del 28 e 29 ottobre si legge:

Negli anni ’80 associazionismo, volontariato e cooperazione sociale hanno costituito una frontiera di resistenza contro il dilagare della questione morale, di una cultura e di comportamenti improntati all’individualismo sfrenato, al consumismo, all’economicismo, all’egoismo.

Proprio in questo periodo è emersa, però, da parte del cittadino comune una maggiore disponibilità e propensione ad organizzarsi in maniera autonoma rispetto alle tradizionali forme politiche e nonostante i limiti e le carenze dello Stato sociale.

Promovendo la solidarietà, la responsabilità individuale e collettiva essi non si sono posti a difesa di un vecchio modello assistenziale e caritativo. Questi soggetti hanno fatto avanzare una ricerca e una pratica diffusa volte a rinnovare le culture di solidarietà, dei diritti, della partecipazione, così da costruire una nuova dimensione dell’impegno civile e una domanda di nuova politica scarsamente interpretate dalle vecchie classi dirigenti del Paese.

Questa azione ha dato luogo a una nuova stagione di lotte democratiche, ha indicato vecchie e nuove contraddizioni della nostra società, ha sollecitato coscienze e culture positive, si è posta a riferimento delle componenti e dei soggetti più deboli del nostro vivere sociale, promovendo una loro alleanza con le componenti più consapevoli e responsabili della cittadinanza.

[…] Le forze che danno vita a queste attività sono oggi tanto paternalisticamente incensate dalla politica ufficiale e dai media, quanto vessate e colpite dall’assenza di leggi di sostegno e riconoscimento istituzionale, di politiche sociali efficienti, o dal fallimento operativo di tante leggi esistenti. È giunto il momento di prendere la parola e di rendere visibile questo universo positivo di esperienze formato da milioni di cittadini responsabili e attivi e di far comprendere ai nuovi gruppi dirigenti il peso crescente che alla cittadinanza attiva viene riconosciuto in tutto il mondo. ("Manifesto di convocazione", in Acli Oggi n.226, 20 settembre 1994)

Per saperne di più sulla storia delle Acli dalle origini ai nostri giorni è possibile consultare l’Archivio storico delle Acli nazionali.

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