Donato Di Memmo (Responsabile Ufficio Promozione della cittadinanza attiva – Comune di Bologna) prova a fare il punto sul grado di avanzamento del processo per l’attuazione del Regolamento a Bologna, la città in cui il Regolamento è nato. (
http://www.labsus.org/2014/10/lattuazione-del-regolamento-amministrazione-condivisa-bologna/)
Donato Di Memmo
Ad alcuni mesi dall’approvazione da parte del Consiglio Comunale (maggio 2014), proviamo a fare il punto sul grado di avanzamento del processo per l’attuazione del Regolamento a Bologna, la città in cui il Regolamento è nato.
Intanto occorre mettere in evidenza come il tentativo di dettare una cornice normativa per la disciplina delle esperienze di collaborazione tra cittadini e amministrazione abbia suscitato un grande interesse, dentro e fuori la nostra città. Il Comune, infatti, ha ricevuto numerosissime richieste di supporto da parte di altre amministrazioni, grandi e piccole, interessate all’approvazione del Regolamento. Ciò, oltre a riempirci di orgoglio, ci carica inevitabilmente di una grande responsabilità nel proseguire il percorso avviato, traducendo i contenuti del regolamento in esperienze concrete di collaborazione e quindi in prassi amministrativa.
Un Regolamento da subito a disposizione dei cittadini
La prima scelta cui ci siamo trovati di fronte era se rendere immediatamente operativo il Regolamento sull’amministrazione condivisa oppure farlo solo dopo aver dettagliatamente analizzato e conseguentemente gestito tutte le sue ricadute di carattere giuridico e organizzativo. La decisione è stata nel senso di partire fin da subito ad utilizzare il Regolamento, mettendolo a disposizione dei cittadini. A tal fine lo scorso luglio è stato emanato un avviso pubblico con il quale i cittadini sono stati sollecitati ad inviare al Comune le loro proposte di collaborazione.
L’avviso, in sintonia con le previsioni regolamentari, è rivolto all’ampio novero dei soggetti che, ai sensi dell’art. 4, possono assumere la qualità di “cittadini attivi” ed è costruito proprio secondo quei principi – informalità, fiducia reciproca, unicità dell’interlocutore, pubblicità etc. – chiamati ad informare la relazione con il cittadino. Le proposte, in linea con la definizione aperta di “beni comuni urbani” di cui all’art. 2, non devono riferirsi a luoghi, situazioni od esigenze predeterminati dal Comune, essendo rimessa ai cittadini la possibilità di individuare liberamente l’oggetto del loro impegno. Quanto infine alle forme di sostegno, vengono rese disponibili tutte quelle previste dal Regolamento: la loro puntuale individuazione e determinazione è demandata alla fase di confronto che, partendo dalla proposta dei cittadini e passando attraverso le valutazioni del Comune, porta alla sottoscrizione del patto di collaborazione.
Come si costruisce un patto di collaborazione
Attraverso questo canale sono già pervenute al Comune diverse proposte di collaborazione, alcune ancora in fase di approfondimento, altre già recepite nei patti. Altri patti sono stati costruiti per regolare proposte con cui il comune era comunque alle prese.
Sono dunque già diversi i patti di collaborazione sottoscritti e altri stanno per tagliare il traguardo. Si va da esperienze di riqualificazione di piccoli contesti urbani attraverso interventi di rimozione del vandalismo grafico da muri e serrande alla cura di aree verdi; dalla costruzione e gestione di una bacheca di strada ad interventi migliorativi dell’area scolastica da parte dei genitori, etc.
Abbiamo inoltre rilasciato il primo esempio di quelle che l’art. 29 definisce ipotesi di collaborazione predefinite. Si tratta, in particolare, della possibilità per i cittadini di procedere ad interventi di rimozione del vandalismo grafico da muri e serrande, in conformità a quanto previsto nel protocollo tra Comune e Sovrintendenza sottoscritto contestualmente alla presentazione del Regolamento il 22 febbraio scorso.
Attraverso un form online il cittadino comunica luogo, data e caratteristiche dell’intervento, impegnandosi a rispettare le modalità operative definite dal Comune. La compilazione del form è l’unico adempimento richiesto: ciò semplifica significativamente l’impatto burocratico della procedura.
L’amministrazione analizza gli effetti dell’attuazione del Regolamento
Come si diceva, dunque, abbiamo iniziato ad usare il regolamento, gradualmente, almeno nelle sue parti per così dire autoapplicative.
Parallelamente è stato però avviato il lavoro di analisi per dare attuazione “strutturale” al Regolamento. A tal fine è stato costituito un gruppo di lavoro intersettoriale che, sotto il coordinamento della Direzione Generale, è incaricato di identificare le ricadute poste dall’attuazione del Regolamento e di individuare le azioni conseguenti.
Il gruppo, che vede la partecipazione dei ruoli chiave dell’amministrazione, è chiamato in particolare a raggiungere i seguenti risultati: migliorare la cultura organizzativa verso la modalità dell’amministrazione condivisa; definire i ruoli delle strutture dell’amministrazione chiamate a gestire la relazione con i cittadini attivi; definire le procedure attraverso le quali acquisire e istruire le proposte di collaborazione e monitorarne l’attuazione; diffondere, attraverso efficaci forme di comunicazione, il Regolamento e i risultati raggiunti.
Il gruppo ha identificato 4 macroaree di analisi, affidando ciascuna di esse ad un sottogruppo tematico, composto in modo da prevedere la partecipazione degli uffici comunali più direttamente coinvolti in relazione al tema.
In sintesi le aree individuate sono:
- a) aspetti giuridici, in cui rientrano ambiti e schemi di “patti di collaborazione”; problematiche assicurative; risorse e forme di sostegno; allineamento/verifica con gli altri regolamenti dell’amministrazione.
- b) aspetti organizzativi, in cui rientrano le fasi procedimentali: flusso di ingresso, fasi interne, tempi e responsabilità; rapporti tra i servizi; formazione.
- c) Comunicazione interna ed esterna, in cui rientrano tematiche inerenti la comunicazione interna ed esterna del regolamento e delle fasi di attuazione, oltre all’individuazione degli strumenti e delle relative modalità operative e gestionali necessari alla promozione e allo stimolo della partecipazione attiva.
- d) Rendicontazione civica, in cui rientrano modalità e strumenti per la rendicontazione della visibilità/efficacia complessiva del progetto oltre che per la valutazione del capitale sociale generato anche in relazione a tutti i progetti/interventi messi in opera dalle varie articolazioni comunali.
I gruppi completeranno la loro analisi entro la fine di ottobre: i risultati verranno poi validati e recepiti dall’amministrazione.
Soluzioni amministrative nuove
Il processo di attuazione del Regolamento presenta numerosi elementi di complessità, sia perché presuppone la graduale e capillare acquisizione dei suoi contenuti da parte di tutti gli uffici, sia perché alcune delle sue previsioni – in particolare quelle che aprono alla collaborazione anche con gruppi informali – ci mettono di fronte a situazioni nuove che richiedono soluzioni amministrative nuove.
Man mano che il Regolamento viene utilizzato ci pone esigenze concrete di carattere interpretativo o amministrativo. Stiamo cercando di mettere a frutto tali esperienze per consolidare le soluzioni che stiamo sperimentando ma anche per capire se, alla prova dei fatti, il regolamento approvato necessita di eventuali aggiustamenti.
- Donato Di Memmo Responsabile Ufficio Promozione della cittadinanza attiva – Comune di Bologna