Ebola deve essere l'ultimo richiamo al mondo sull'arretratezza dei sistemi sanitari e sulla crisi del personale. Questo tema sarà al centro della prima Conferenza Internazionale Amref che si terrà dal 24 al 26 novembre a Nairobi (Kenya) in collaborazione con l'Organizzazione Mondiale della Sanità. Il virus - il primo caso è comparso in Guinea a Dicembre 2013, poi a fine marzo si sono avuti 8 e 6 casi, rispettivamente in Libera e Sierra Leone - oggi ha fatto già 4400 morti sugli oltre 9000 casi riscontrati.

Per le Nazioni Unite il virus è una minaccia alla pace e alla sicurezza nel mondo. La Banca Mondiale ha valutato un impatto sull'economie della Guinea, Sierra Leone e Liberia di caduta del Pil di 359milioni di dollari. Secondo sempre le stime della Banca Mondiale - datate 8 ottobre - nel 2015 la perdita economica della Liberia equivarrebbe al 12% del Pil in meno, rispetto a quello del 2013. Se confrontiamo i sistemi sanitari dei Paesi in cui si sono avute morti per Ebola in quest'ultima crisi - tenendo presenti i dati del 2012 - riscontriamo  che in Spagna i dottori erano 370 per ogni 100mila abitanti, in Usa 245, in Guinea poco più di 2, in Liberia più di uno e in Guinea 1. L'Organizzazione Mondiale della Sanità stima che la Liberia abbia bisogno di circa 3.000 posti letto per trattamenti di Ebola, mentre la sua capacità attuale è di soli 620, oltre 1000 sarebbero necessari in Sierra Leone. 
 
Da anni Amref è impegnata contro la crisi globale del personale sanitario, sia con un'azione di sensibilizzazione e advocacy, sia con progetti nelle comunità. Nel mondo mancano 7,2 milioni di operatori sanitari. La carenza di medici, infermieri, ostetriche affligge sia i Paesi "ricchi" come l’Italia, dove la popolazione invecchia e le condizioni di lavoro peggiorano, sia i Paesi "poveri", dove i centri sanitari sono pochi e lontani; dove il personale, formato in loco, tende poi a emigrare; dove le emergenze sanitarie sono gravissime, basti riprendere questi dati: ad agosto 2014 mentre in Guinea, Liberia, Nigeria e Sierra Leone morivano 4 persone al giorno per ebola, sempre negli stessi Paesi, altre 110 morivano di tubercolosi, 404 di diarrea, 552 di malaria, 685 di Hiv. Secondo un dato Oms, nel 2010, c'erano più medici in Italia - 215mila - che in tutti i Paesi africani messi insieme - 174500. 
 
Amref ribadisce però che i numeri non sono tutto. É bene tenere in considerazione altre dimensioni della crisi globale del personale sanitario in atto, tra cui la capacità dei Paesi di prevedere e pianificare le proprie esigenze in termini di personale sanitario; la distribuzione degli operatori, che deve riflettere equamente quella della popolazione; le competenze del personale sanitario e l'adeguatezza dei sistemi di formazione. Le radici della crisi di tale portata vanno ricercate in decenni di sottoinvestimento in infrastrutture e risorse umane. Accanto al sottofinanziamento, da tenere bene in considerazione, in una logica globale dei sistemi sanitari anche il peso delle migrazioni di personale sanitario formato in Africa verso l'Europa o il Nord America. Nel 2013 i progetti di Amref - impegnata dal 1957 per la salute dell'Africa - hanno raggiunto oltre 10 milioni 700 persone, tra queste oltre 8milioni e 700 erano donne e bambini. Sono stati formati 228 mila operatori sanitari in oltre 30 Paesi africani.
 
Amref -  presente anche in Guinea e Senegal - sta usando l’esperienza, accresciuta durante le due precedenti epidemie di Ebola nel 2000 e 2012 in Uganda. Il Comitato Esecutivo di Amref International ha perciò consigliato alla leadership tecnica in Africa occidentale e agli uffici Amref, di supportare i Ministri della Salute e gli altri operatori nelle seguenti aree di intervento: implementazione di piani di emergenza presso i Ministeri della Salute, attraverso la partecipazione a meeting di coordinamento e comitati di emergenza sia a livello nazionale che locale; sorveglianza dei confini; formazione, per chi offre servizi sanitari, su prevenzione e controllo delle infezioni; controllo dell’epidemia attraverso diagnosi precoci, isolamento, trattamento della nuova infezione, tra cui la manipolazione sicura dei fluidi corporei e dei corpi delle vittime; assistenza psicologica ai sopravvissuti all’Ebola e ai loro parenti;   supporto psicologico per chi combatte lo stigma; sensibilizzazione comunitaria attraverso i capi villaggio, lavorando a fianco dei team sanitari del villaggio. 

Della fragilità dei sistema ne risentono anche madri e bambini, nella fase più delicata della loro vita: gravidanza e nascita. Nel 2013, nel mondo, sono state circa 289.000 le morti per parto; 400 madri ogni giorno in Africa. Per questo dal 20 ottobre all’8 novembre Amref lancia Mai più senza mamma. Campagna che ha l'obiettivo di formare operatori sanitari e ostetriche per salvare oltre 100mila mamme in Mozambico e Sud Sudan. Il Sud Sudan detiene il tasso di mortalità materna più alti al mondo - 2054 donne morte ogni 100mila nuovi nati – oltre il 10,5% di bambini muore nei primi cinque anni di vita. A fronte di questi dati drammatici sono solo 19 le ostetriche abilitate/registrate.

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