Ansa. La crisi morde soprattutto tra i giovani. Tra 2012 e 2013 è cresciuto del 35%, a quota 1,4 milioni, il numero dei "minori" in povertà assoluta. Ma una forte crescita di poveri c'è stata anche nella fascia tra i 18 e i 35 anni, aumentati del 21,8% a quota 1,249 milioni. Sono i dati di uno studio Istat fornito nell'audizione alla Camera sul Def. (
http://www.huffingtonpost.it/2014/10/13/istat-minori-poverta-assoluta_n_5978156.html?utm_hp_ref=italy)
Lo studio dell'Istat fornisce ulteriori dettagli rispetto ai dati diffusi a luglio, effettuando alcune correlazioni. In totale, spiega l'Istat, i poveri nel 2013 erano oltre 6 milioni: in un solo anno, ad entrare nella povertà assoluta sono state 1 milione 206 mila persone con una crescita del 25% rispetto ai 4,8 milioni del 2012.
In particolare i minori in povertà assoluta, che salgono da 1,058 a 1,434 milioni, sono quelli che hanno sofferto di più le difficoltà della crisi. Nella maggior parte dei casi - spiega l'Istat - la loro condizione si lega a quella dei capifamiglia che si trovano nella prima fase del ciclo di vita familiare: il 55% dei minori in povertà assoluta (790 mila) vive in famiglie con a capo una persona con meno di 45 anni.
L'altra connessione è quella che lega la povertà assoluta con la mancanza di lavoro. Una realtà che pesa soprattutto sui giovani che vedono allungarsi sempre di più il momento dell'ingresso nel mondo del lavoro: il tasso di povertà per gli under 35 è passato dal 9,4 all'11,8%. Ma a pesare sono anche i bassi salari d'ingressi. Così la povertà è cresciuta sia tra i giovani che lavorano (dal 7,5 all'11%) sia tra quanti cercano un'occupazione, perchè disoccupati (dal 16,4 al 19,2%) o perchè non hanno mai avuto un lavoro (dal 15,3 al 18,2%).