Il ministero degli Esteri Italiano è poco trasparente in materia di aiuti ai paesi in via di sviluppo. Lo rivela il nuovo rapporto europeo sulla Trasparenza degli Aiuti, realizzato dall'organizzazione "Publish what you Fund". Dall'analisi emerge che la maggior parte dei paesi europei non rende pubblici i dati relativi alle proprie attività e ai finanziamenti ai paesi in via di sviluppo. (http://www.euractiv.it/it/news/sociale/10036-f.html)

Alessandra Flora

L'indice sulla trasparenza degli aiuti (Aid Transparency Index) valuta la performance delle 68 principali organizzazioni che erogano questo tipo di aiuti. Tra i donatori ci sono paesi come gli Stati Uniti e la Germania, ma anche organizzazioni come la Banca Mondiale e la Fondazione Gates. Questo standard è stato stabilito unanimamente a Busan, in Sud Corea, nel 2011, in occasione di un summit internazionale.

In Europa c'è ancora una forte sperequazione tra quanti pubblicano questi dati in formato accessibile e comparabile e quanti, invece, non hanno fatto alcun progresso in tal senso.

Nell'ultimo anno, i maggiori passi avanti sono stati compiuti dalle direzioni generali per lo Sviluppo e per l'Allargamento della Commissione europea (che si aggiudica il 15o posto). In Europa i paesi più trasparenti, ad oggi, restano il Regno Unito e la Svezia.

Ben 19 gli stati membri dell'Ue risultano "opachi". Tra questi c'è il governo Italiano (che si classifica al 57o posto), quello lettone e quello del Lussemburgo. La Grecia è fanalino di coda, collocandosi al 67o posto su 69 posizioni, prima della Cina.

Pur avendo recentemente attivato una piattaforma online ad hoc, il portale Open Aid, la Farnesina ancora non pubblica i suoi dati secondo lo standard IATI. "Publish what you fund" auspica che il nostro Paese, come tutti gli altri stati inadempienti, possa aderire allo standard internazionale entro dicembre 2015, come stabilito al vertice di Busan.

Questo il commento di Marco De Ponte, Segretario Generale di ActionAid. “Ancora poche le informazioni disponibili on-line in modo tempestivo. Il Governo italiano ha la possibilità per fare di più, se intende allineare la performance a quella delle istituzioni più virtuose entro il 2015. Anche sul terreno della trasparenza si gioca il futuro della cooperazione italiana”.

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