La buona politica è quella che permette agli esseri umani di differenziarsi accettando e controllando il conflitto. (
http://www.labsus.org/2014/10/manifesto-convivialista-convivialismo-amministrazione-condivisa/)
Gaia Peruzzi
Convivialismo è "l’arte di vivere insieme (con-vivere) che valorizza la relazione e la cooperazione e che permette di contrapporsi senza massacrarsi, prendendosi cura degli altri e della natura".
Pochi mesi fa la casa editrice Ets ha dato alle stampe un libriccino dal titolo curioso, che si è guadagnato, oltre a una certa risonanza sulle riviste di settore, qualche menzione sulla stampa nazionale: Manifesto convivialista. Dichiarazione di interdipendenza. Il testo – traduzione dell’omonima opera francese, pubblicata nel 2013 dall’editore Aubord de l’eau– inaugurava in Italia la collana di filosofia e scienze umane Piccola Boulé, metafora – come spiegato nel colophon – dell’assemblea “in cui si esercita non la discussione fine a se stessa, ma il confronto al fine di deliberare e giudicare”.
La lettura del testo ci ha suggerito che la sua presentazione poteva essere di qualche interesse per i lettori di Labsus.
Che cos’è il Convivialismo?
Nella definizione degli autori, Convivialismo è “l’arte di vivere insieme (con-vivere) che valorizza la relazione e la cooperazione e che permette di contrapporsi senza massacrarsi, prendendosi cura degli altri e della natura”.
I Convivialisti raccolgono sotto questo termine “tutto ciò che nelle dottrine esistenti, laiche o religiose, concorre alla ricerca dei principi che permettono agli esseri umani di rivaleggiare e di cooperare al tempo stesso,nella piena coscienza della finitezza delle risorse naturali e nella preoccupazione condivisa per la cura del mondo”. Una visione del mondo dunque che è al contempo anche una ricerca concreta di nuovi comportamenti e stili di vita, individuali e collettivi.
Le dimensioni che i seguaci del Convivialismo chiedono di abbracciare ad un’azione umana rinnovata, sia nella consapevolezza che nei gesti, sono diverse ed eterogenee (politica, ambiente, economia, sociale), tanto da fare di questo pensiero “un’approssimazione al massimo comune denominatore dei pensieri alternativi”.
Dal punto di vista linguistico, “convivialismo” è un neologismo, coniato per simboleggiare la nuova visione del mondo proposta dai firmatari. La traduzione italiana ha scelto di ricalcare l’originale francese, nell’intenzione evidente, e comprensibilissima, di conservarne la specificità. Notiamo solo, come ha già fatto Adriano Favole per il Corriere della Sera[i], che in italiano le parole più vicine al messaggio del Manifesto sarebbero forse quelle di “con-vivere”, “con-dividere”, “con-vivenza” (Favole suggerisce addirittura un altro neologismo, “con-dividersi”): quel grappolo di vocaboli cioè che mediante il prefisso con-sottolineano la dimensione collettiva e relazionale dell’appartenenza alla prima persona plurale.
Chi sono i Convivialisti?
Nella prefazione, i Convivialisti si presentano come “un gruppo di una quarantina di autori francofoni[ii], esponenti di numerose correnti di azioni e di pensiero che tentano di disegnare i contorni di un altro mondo possibile”. Dal loro sito[iii] si apprende che “il gruppo è totalmente informale, e aspira a restarlo”. Nella speranza però che “dentro un comune, un paese, una regione, o ancora in un’azienda, in un’amministrazione, una professione”, altri possano riconoscersi nelle analisi e nelle tesi del Manifesto, essi auspicano che i nuovi simpatizzanti si auto-organizzino in “cerchie convivialiste”, con la possibilità di intraprendere due tipi di azioni: discutere e inviare al suddetto sito proposte e critiche sul Manifesto;effettuare, in occasione delle elezioni amministrative, delle valutazioni dei gruppi uscenti, sulla base di un documento-modello, che si ispira ovviamente alla filosofia generale dei pensatori,disponibile gratuitamente online, e adattabile alle singole realtà locali francesi[iv].
Culturalmente, il gruppo dei Convivialisti affonda le proprie radici nel terreno della Rivista del Mauss[v]. Il MAUSS, Movimento Anti Utilitarista delle Scienze Sociali, nato a Parigi nel 1981 per iniziativa di un gruppo di sociologi, economisti e antropologi, critica il dominio economicista nelle scienze sociali e quello razionalista nella filosofia morale e politica, che impedirebbero la comprensione delle implicazioni emotive, sociali, politiche delle questioni umane. Rendendo nel nome esplicito omaggio a Marcel Mauss, autore di un saggio pioniere sul tema del dono, il Movimento promuove un approccio attento ai legami sociali e ai meccanismi di scambio che ruotano intorno al dono e alla gratuità. Nel tempo il MAUSS si è accreditato come una voce autorevole del dibattito pubblico francese e internazionale sulle grandi questioni sociali.
Tra i Convivialisti spicca la firma di Alain Caillé, co-fondatore del Mauss, direttore della Rivista.
Che cosa propone il Manifesto?
Il Manifesto è la proposta di un mondo nuovo, “di altre maniere di vivere, di produrre, di giocare, di amare, di pensare e di insegnare”. È il sogno di “una società sana”, che “sa accogliere il desiderio di riconoscimento di ognuno, e la parte di rivalità, di ispirazione al superamento costante di se stessi e di apertura al rischio che questo cela, impedendo al contempo che divenga eccessiva, che si trasformi in hybris, e favorendo, al contrario, l’apertura cooperativa all’altro”.
La scommessa è quella di dare un fondamento durevole all’esistenza comune, ad una società che oggi è ricca e potente come nessuno mai avrebbe potuto immaginare, ma anche quotidianamente minacciata dai segni premonitori di tremende catastrofi.
La strada indicata è quella di trasformare il conflitto in una forza di vita e non di morte, e la rivalità in un mezzo di cooperazione, piuttosto che di violenza distruttrice, mediante quattro principi ideali: comune umanità, comune socialità,individuazione,opposizione controllata.
E più concretamente?
Tre sono le armi che i Convivialisti propongono di imbracciare per vincere la sfida: l’indignazione contro le prepotenze e la corruzione; il sentimento di appartenenza a un’unica comunità umana; la mobilitazione degli affetti e delle passioni.
Gli interventi indicati come prioritari: universalizzare i diritti (civili, politici, economici, sociali, ambientali, culturali); introdurre tetti di reddito sia minimi che massimi; contrastare la disoccupazione; favorire l’associazionismo di base e l’economia solidale; vigilare sul buon equilibrio fra beni pubblici, privati, comuni e collettivi; promuovere la diffusione e il buon utilizzo delle reti digitali; ridurre l’emissione di CO2; impedire lo scollamento tra economia reale e economia finanziaria, rinnovare i servizi pubblici; praticare il rispetto verso gli animali e, più in generale, verso la Terra intera.
Che cosa hanno in comune il Manifesto convivialista e Labsus?
La risposta, a parer di chi scrive, si trova a pagina 32 del Manifesto, quando i Convivialisti affermano che ”una pista è quella di stabilire che il benessere di tutti richieda la costruzione di una società del care e lo sviluppo di politiche pubbliche che valorizzino sia il lavoro per l’altro che coloro che praticano l’assistenza. Il care, la cura, la sollecitudine […] sono il problema principale degli esseri umani perché sono la manifestazione più evidente del fatto che nessuno si fa da solo e che noi tutti siamo dipendenti gli uni dagli altri [corsivo nostro]“.
È la visione di una società che si rinnova dal basso, da pratiche quotidiane di cura e di assistenza, che accomuna Labsus e i Convivialisti; la sensibilità verso l’ambiente e verso i territori locali, la fiducia nell’attivismo e nella responsabilità dei cittadini, e la speranza di forme di cooperazione e di intervento sociale nuove.
NOTE:
[i] Adriano Favole, “Convivialità. L’alternativa all’utilitarismo. Privilegiare legami sociali e condivisione. L’uomo non è una macchina calcolatrice”, Il club bella lettura. ll Corriere della Sera, scaricabile all’indirizzo: <
http://lettura.corriere.it/debates/convivialita-l%E2%80%99alternativa-all%E2%80%99utilitarismo/>.
[ii] L’unica firma italiana, nel gruppo dei “fondatori”, è quella di Francesco Fistetti, Ordinario di Filosofia presso l’Ateneo di Bari, membro del comitato scientifico della “Revuedu M.A.U.S.S.”, rivista internazionale di filosofia e scienze sociali ispirata alla problematica maussiana del dono.
[iii] Il sito ufficiale del gruppo, in lingua francese, è: <
http://lesconvivialistes.fr/>.
[iv] Il documento in questione si chiama PacteCivique [Patto Civico], ed è messo a disposizione di tutti gli interessati nella rubrica d’attualità del sito dei Convivialisti, all’indirizzo: <
http://www.lesconvivialistes.fr/PC_Municipales_Contribution.pdf>.
[v] Il sito della Rivista: <
www.revuedumauss.com>