Mercoledì 23 maggio 2007 è stato presentato il Rapporto annuale ISTAT. Il rapporto costituisce un importante strumento di analisi sugli aspetti economici, demografici e sociali della realtà del nostro paese.Per questo in questa edizione troviamo un capitolo dedicato all'analisi del fenomeno migratorio in Italia. Dalla ricerca emerge che l'Italia è mutata radicalmente da un punto di vista demografico negli ultimi 50 anni, arrivando ad un tasso di invecchiamento alto destinato a crescere.
Le migrazioni internazionali costituiscono, quindi, un fattore che sta riportando una certa dinamicità al quadro demografico sociale ed economico del paese.I dati registrano una popolazione straniera regolarmente presente in Italia (in possesso di permesso di soggiorno valido) di quasi tre milioni di persone: due milioni e 768 mila al 1 gennaio 2006, pari al 4,7 per cento della popolazione residente totale. Il rapporto traccia un quadro della presenza straniera negli ultimi anni partendo dalla dimensione demografica per approfondirne alcuni tratti distintivi.
Infatti nel nostro paese le migrazioni presentano caratteristiche peculiari in ambito europeo per diversi aspetti: la rapidità con cui l'Italia è passata da paese di emigrazione a paese di immigrazione, con molteplici effetti sul piano sociale, demografico, economico, culturale; l'assenza di una storia coloniale che possa influenzare la scelta delle mete nei progetti migratori, cosi come una eterogeneità di presenze provenienti praticamente da tutto il mondo che riducono fortemente il rischio di formazione di ghetti culturali, religiosi e metropolitani fortemente connotati etnicamente.
I due terzi della presenza regolare è infatti assorbita da 15 differenti cittadinanze di ogni area geografica del pianeta. Circa un terzo della quota totale si distribuisce in tre differenti cittadinanze, tutte ben oltre le 200 mila presenze regolari: Romania (271 mila al 1 gennaio 2006), Albania (257 mila) e Marocco (240 mila). Seguono con oltre 100 mila presenze regolari la Cina e l'Ucraina.