Ma il più ricco è il messicano Carlos Slim. Il fatturato di Apple superiore al Pil di 136 Stati del mondo.

Ecco qualcosa che cresce: i miliardari. Altro che crisi per tutti, la crisi è per tanti, ma non per loro. Secondo il “The Wealth-X and UBS Billionaire Census 2014” «Nel mondo ci sono più miliardari che mai». Nel 2013 i super-ricchi erano 2.170, nel 2014 sarebbero il 7% in più: 2.325, le donne miliardarie in dollari sono solo 286. Insieme questa super-casta ha un patrimonio enorme: 7,3 trioni di dollari, un trilione equivale a mille miliardi.

Nonostante la crisi e l’austerità (o forse proprio per quello?) nel 2014 è ancora l’Europa ad avere la più alta concentrazione di miliardari: 775 , segue il Nord America con 609, seguito dall’Asia a 560, dal Medio Oriente con 157 ricconi e d America Latina e Caraibi con 153, mentre l’Africa è scesa a 40.

Ma è un magnate di un Paese in via di sviluppo, il messicano Carlos Slim Helú, il miliardario più ricco del mondo con 81,1 miliardi dollari (85,8 secondo Forbes), seguito da Bill Gates con 80,2 miliardi di dollari, terzo è Warren Buffet a 65,8 miliardi di dollari.

Il patrimonio di Carlos Slim equivale al Pil di Uruguay e Bolivia messi insieme ed è superiore al Pil di ben 127 Paesi del mondo. Eppure Slim ha fatto la sua immensa fortuna in un Paese dove più della metà della popolazione vive sotto la soglia di povertà, ma dove il 20% più ricco della popolazione detiene più della metà della ricchezza disponibile. Insomma, mentre i messicani cercano disperatamente di passare la frontiera con gli Usa e lavorano per pochi dollari in fabbriche lager, i ricchi diventano sempre più ricchi in un Paese dal quale in alcune aree non è stata ancora eradicata la fame. Il Messico di Slim, secondo Forbes, somiglia più ad Haiti che a Cuba, dove meno del 20% della popolazione vive in povertà, la stessa quota dei ricchi e potenti Usa e Canada e di Brasile e Cile.

Intanto, secondo forbes, Apple è il marchio con più valore del mondo: il prezzo attuale della sua capitalizzazione di mercato è di 483.150 milioni di dollari, una cifra impossibile per il Pil di molti Paesi.

Secondo Forbes le vendite annue di Apple hanno raggiunto i 173.760 milioni de dollari e, tenendo conto del recente lancio degli iPhone 6 ed iPhone 6 plus, il volume delle vendite nel 2015 potrebbe arrivare fino a 1, trilioni di dollari. Per farsi un’idea della potenza economica della multinazionale, 136 Stati nel mondo hanno un Pil netto (il valore monetario della produzione di beni e servizi della domanda finale di uno Stato in un determinato periodo di tempo, normalmente un anno), inferiore a questa enorme cifra. Secondo gli ultimi dati della Banca Mondiale, tra questi Paesi ci sono praticamente tutti gli Stati africani esclusi Algeria, Egitto, Nigeria e Sudafrica, ma anche i piccoli paradisi fiscali europei come Monaco, Lussemburgo, Andorra, Lichtenstein, San Marino, Città del Vaticano, Cipro, tutta la ex Yugoslavia (Serbia, Croazia, Montenegro, Slovenia, Macedonia e Bosnia Herzegovina), Bulgaria, Ungheria, Slovacchia, Moldova, Ucraina, Bielorussia, Lituania, Estonia e Lettonia e Islanda.

Le vendite della Apple superano il Pil di tutti i singoli Paesi dei Caraibi e dell’America centrale, e in Sud America di Guyana, Suriname, Equador, Bolivia, Paraguay ed Uruguay. In Asia Apple straccia il Pil di Siria, Libano, Giordania, Yemen, Armenia e Georgia, ma anche di Stati petroliferi come Azerbaigian, Bahrein, Oman, Kazakistan, Turkmenistan, ai quali si aggiungono i poveri Kirghizistan e tagikistan. Mentre nell’Asia-Pacifico ad avere un Pil più basso del fatturato Apple sono Sri Lanka, Nepal, Bhutan, Bangladesh, Myanmar, Cambogia, Laos, Vietnam, Taiwan, Macao, Mongolia, Corea del nord, Timo Leste e, naturalmente tutti i piccoli Stati insulari dell’Oceania e Papua Nuova Guinea.

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