In occasione del 40° anniversario dell'occupazione di Cisgiordania e Gaza, Amnesty International ha chiesto al governo israeliano di porre fine alle confische di terreni, ai blocchi e alle altre violazioni del diritto internazionale umanitario che avvengono sotto l'occupazione. Queste azioni hanno dato luogo a massicce violazioni dei diritti umani e non hanno portato sicurezza alla popolazione civile israeliana e palestinese.Un rapporto di 45 pagine diffuso ieri dall'organizzazione per i diritti umani, intitolato ?Occupazione duratura: palestinesi sotto assedio in Cisgiordania', illustra l'impatto devastante di quattro decenni di occupazione. Il rapporto documenta l'incessante espansione degli insediamenti illegali sulle terre occupate, che priva la popolazione palestinese di risorse determinanti. La ricerca di Amnesty International descrive, inoltre, una pletora di misure che confinano i palestinesi in enclavi frammentate e ostacolano il loro accesso al lavoro e ai servizi sanitari ed educativi.
Queste misure comprendono una barriera di sicurezza / un muro di 700 chilometri, oltre 500 tra posti di controllo e blocchi stradali e un complicato sistema di permessi. ?I palestinesi della Cisgiordania vengono bloccati a ogni curva. Non si tratta semplicemente di un fastidio, puo' essere questione di vita o di morte. E' inaccettabile che le donne in travaglio, i bambini malati o le vittime di incidenti che si stanno recando in ospedale siano costretti a fare lunghe deviazioni e ad affrontare ritardi che possono costar loro la vita' - ha dichiarato Malcolm Smart, direttore del programma Medio Oriente e Africa del Nord di Amnesty International. E' necessario' - ha aggiunto Smart - ?che la comunita' internazionale agisca con urgenza nei confronti delle massicce violazioni dei diritti umani commesse sotto l'occupazione, che alimentano risentimento e disperazione tra la popolazione palestinese, in larga parte giovane e sempre piu' radicalizzata. Per 40 anni, la comunita' internazionale non ha saputo affrontare in modo adeguato il problema israelo-palestinese: non puo', non deve, lasciarne passare altri 40'.
Amnesty International chiede il dispiegamento urgente di un efficace meccanismo internazionale di controllo sui diritti umani, che verifichi il rispetto di entrambe le parti, israeliani e palestinesi, degli obblighi di diritto internazionale. Oltre a questo, dev'esserci l'impegno a indagare e incriminare, attraverso l'esercizio della giurisdizione universale, coloro che commettono crimini di guerra o altri crimini previsti dal diritto internazionale.?Non sottovalutiamo le difficolta' di istituire questo sistema indipendente di controllo, da parte dell'Onu o di ogni altro organismo appropriato, ma e' fondamentale che la comunita' internazionale sia piu' coinvolta nel ricercare una soluzione e nel pretendere da israeliani e palestinesi il rispetto dei loro obblighi' - ha commentato Smart. Nel suo rapporto, Amnesty International riconosce i legittimi interessi di sicurezza di Israele e il dovere del suo governo di proteggere la popolazione all'interno delle sue frontiere. Tuttavia, precisa l'organizzazione per i diritti umani, questo non puo' giustificare violazioni evidenti del diritto internazionale, come la costruzione di buona parte della barriera / del muro all'interno della Cisgiordania e su terreni palestinesi.
?Se l'intento era semplicemente quello di impedire ad attentatori suicidi di entrare in Israele, la barriera avrebbe dovuto passare sulla Linea verde, la frontiera tra Israele e la Cisgiordania' - ha detto Smart. ?Invece, la realta' e' che buona parte di essa viene costruita sulla terra palestinese, a dispetto della Corte internazionale di giustizia, e sta separando citta' e villaggi palestinesi in Cisgiordania'.Oltre che dalla barriera / dal muro, il movimento dei palestinesi e' fortemente limitato da una serie di altre restrizioni, tra cui oltre 500 posti di controllo e blocchi stradali e da una rete di strade riservate ai coloni israeliani e vietate ai palestinesi. La barriera, le strade riservate e i blocchi vanno a beneficio delle colonie israeliane, illegali ma in continua espansione, rendendole territorialmente contigue a Israele. ?Le dure restrizioni israeliane hanno causato il virtuale collasso dell'economia palestinese e stanno esacerbando le sempre piu' precarie condizioni in cui i palestinesi vivono e lavorano, con conseguenti livelli di disperazione, poverta' e insicurezza alimentare mai raggiunti prima d'ora nei Territori occupati palestinesi' - ha aggiunto Smart.
?La maggior parte dei palestinesi fa ora affidamento sugli aiuti di prima necessita', le famiglie stanno riducendo la qualita' e la quantita' di cibo consumato e vendono beni essenziali per il proprio sostentamento. Amnesty International chiede alle autorita' israeliane di:
- abolire il regime dei blocchi e delle altre restrizioni ai danni dei palestinesi dei Territori occupati, che costituiscono una punizione collettiva, assicurando che le restrizioni imposte in risposta a specifiche minacce alla sicurezza colpiscano solo le persone coinvolte e non intere comunita';
- fermare la costruzione della barriera / del muro all'interno della Cisgiordania, rimuovendo le parti gia' costruite al suo interno;
- cessare la costruzione o l'espansone delle colonie israeliane e delle infrastrutture a esse relative nei Territori occupati palestinesi, come primo passo verso la rimozione delle colonie e degli ?avamposti';
- annullare tutti gli ordini di demolizione delle case nei Territori occupati palestinesi e fornire un risarcimento ai palestinesi le cui case e proprieta' sono gia' state distrutte.
Inoltre, Amnesty International rinnova la propria richiesta ai gruppi armati palestinesi di porre immediatamente fine agli attacchi contro i civili e chiede all'Autorita' palestinese di prendere misure efficaci per fermare e prevenire questi attacchi e portare di fronte alla giustizia i responsabili.