L’Aquila. Quando lo scuolabus non c’è – e nemmeno la scuola, sostituita da un modulo mal riscaldato e male isolato, “provvisorio” si fa per dire -, la mensa è troppo cara, idem i libri e le gite, i “bulletti” sono sempre più gradassi e il tasso d’abbandono scolastico è persino superiore al già tristissimo 17% nazionale (il più alto d’Europa), bene: tornare sui banchi al primo di settembre, in queste condizioni, è un atto di fiducia che mette i “grandi” con le spalle al muro. (http://sociale.corriere.it/2014/09/09/laquila-napoli-reggio-calabria-gli-scolari-adottati-dal-no-profit/)

di Davide Illarietti

A L’Aquila, gli scolari coinvolti nel progetto “L’Italia del Futuro” al loro primo giorno di scuola hanno trovato un autobus di Action Aid ad attenderli per portarli all’istituto G.Rodari, dove la Ong ha attivato anche servizi di mensa agevolata per i bambini meno abbienti e corsi di alfabetizzazione finanziaria per le loro famiglie. A Reggio Calabria, all’Istituto B.Telesio, sono stati lanciati percorsi anti-esclusione contro il bullismo dilagante e uno sportello di assistenza didattico-psicologica; a Napoli, a partire da quest’anno, 50 allievi dell’istituto D’Aosta-Scura accedono a libri in comodato d’uso, e le gite scolastiche, che né la scuola né le famiglie possono permettersi, vengono organizzate grazie alle donazioni raccolte sempre da ActionAid.


Voler formare i cittadini di domani è la condizione imprescindibile per contrastare la dispersione scolastica

Ancora una volta, dove lo Stato lascia un buco (qui, una voragine, anzi molte) tocca al no profit riempirlo. «L’apparato scuola in Italia da solo non può farcela, il territorio è frammentato e propone problematiche altrettanto frammentate e peculiari, che affondano le radici nei più disparati motivi, dalla criminalità organizzata alla sfiducia nelle istituzioni scolastiche da parte di una certa fascia della popolazione, dalla povertà assoluta alle difficoltà di inclusione sociale – spiega il segretario della ong Marco De Ponte – Occorre investire in politiche di sviluppo locale e di integrazione, ma è la ferma volontà di formare di un individuo consapevole la condizione imprescindibile per contrastare la dispersione scolastica, l’esclusione sociale e la povertà educativa».


Ancora bloccati i fondi per le scuole del post-terremoto

Certo, “adottare” una scuola non è come dirlo. «Educazione civica, promozione di un’alimentazione sana e sostenibile e del rispetto dell’ambiente, lotta agli sprechi, mediazione linguistica per gli allievi figli di stranieri» spiegano da ActionAid: ce n’è di lavoro da fare. A L’Aquila in particolare, dove «tutt’ora 6mila bambini delle scuole primarie hanno ripreso la scuola per l’ennesimo anno all’interno dei MUSP (Moduli ad uso scolastico provvisorio) con seri problemi di riscaldamento e di infiltrazioni». Qui l’attrice Stefania Rocca, invitata dalla ong, verrà a tenere nel corso dell’anno una serie di laboratori teatrali rivolti agli alunni di quinta. Un primo passo, ma il cammino è lungo. Attraverso l’appello #matteofaiscuola, ActionAid ha richiesto al governo Renzi di sbloccare i 37 milioni di euro stanziati, ma dormienti, per la ricostruzione delle scuole aquilane. I soldi ci sono (in teoria); il vuoto del post-sisma è una voragine aperta da troppo tempo.

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