La crisi dell’euro e dell’eurozona, la “decrescita arrabbiata e infelice” del paese negli ultimi anni e la crisi di speranza degli italiani che si sentono schiavi di un ingranaggio socioeconomico non più strumento ma fine sembrano impedirci di guardare oltre le urgenze del presente immediato. (http://felicita-sostenibile.blogautore.repubblica.it/2014/08/28/perche-ho-scritto-a-che-serve-wikieconomia/)
Leonardo Becchetti
Ma per trovare le soluzioni corrette ai problemi del momento è essenziale capire il “vento della storia”, ampliando la prospettiva e guardando indietro alle cause profonde (la globalizzazione, la concorrenza dell’esercito dei disperati del dollaro al giorno che non si erano salvati con noi e arrivano sulle nostre coste o ci fanno concorrenza dai loro paesi) e avanti all’orizzonte verso cui dobbiamo tendere (un’economia che crea le condizioni del ben-vivere superando visioni anguste della persona, del lavoro, dell’impresa e del valore).
Wikieconomia propone un manifesto dell’economia civile che non piange solo sui problemi ma offre soluzioni di lungo periodo e un quadro di fondo per rendere coerenti con esse le soluzioni immediate che ci servono. Per evitare che la globalizzazione si trasformi in una corsa al ribasso verso bassi salari e paradisi fiscali che renda concreto il rischio di una “ricchezza senza nazioni e cittadini e cittadini e nazioni senza ricchezza”.
Un’idea forte del libro è che la soluzione non è affidata solo alle istituzioni. Ai tempi della rete il protagonismo di tutti noi può essere decisivo. Gli immensi giacimenti di energie, volontà e virtù civiche dei cittadini possono essere attivati attraverso l’azione in rete e le scelte di consumo e risparmio socialmente responsabile per realizzare il cambiamento che vogliamo verso una creazione di valore sostenibile.
Abbiamo nelle nostre tasche le chiavi dei lucchetti delle nostre catene e Wikieconomia approfondisce direzioni ed iniziative attraverso le quali questa progressiva liberazione à già stata avviata.