Presentato il testo del ddl delega. Stanziati 50 milioni per le imprese sociali, sulle altre partite rinvio alla legge di stabilità. Perplessità sul cinque per mille: non sparisce il tetto di spesa. Poletti: “E’ una grande riforma”. Barbieri: "Schema buono, daremo battaglia per i fondi". (
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ROMA – Il testo era stato approvato il 10 luglio scorso dal Consiglio dei ministri ma ci sono voluti più di 25 giorni per poterlo leggere: compie finalmente il primo passo ufficiale la riforma del terzo settore che può ora approdare in Parlamento con il disegno di legge delega che – una volta approvato - darà al governo il compito di mettere mano alla normativa all’insegna della semplificazione, della trasparenza e del riordino complessivo del sistema. Il documento è stato presentato in conferenza stampa dal ministro del Lavoro Giuliano Poletti e dal suo sottosegretario Luigi Bobba.
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il testo di legge “delega al governo per la riforma del terzo settore, dell’impresa sociale e per la disciplina del servizio civile universale” prevede – fra le altre cose - che il governo semplifichi l’iter di riconoscimento giuridico delle associazioni, istituisca un registro unico delle organizzazioni del terzo settore, produca una semplificazione della legislazione fiscale, definendo i vantaggi, fissando l’esatta nozione di “ente non commerciale”, razionalizzi deduzioni e detrazioni dal reddito, riformi in modo strutturale il cinque per mille. Sul quale, però, rimane l’incubo del “tetto” massimo di spesa, che l’intero mondo del non profit vorrebbe fosse abolito ma che è espressamente previsto dal testo.
Sul servizio civile, nessuna cifra indicata ma la conferma, da parte di Poletti e Bobba, dell’obiettivo di raggiungere quota 100 mila giovani nel 2017. Fra fine 2014 e inizio 2015 partiranno 35 mila giovani, la determinazione dei contingenti per il resto del 2015 e tutto il 2016 è rinviato ai decreti attuativi. Con quali risorse? Quelle che non frattempo si saranno reperite all’interno della legge di stabilità 2015. Nella quale, prevede il ddl delega, potranno essere indicate anche le cifre destinate al cinque per mille. Quel che è certo, al momento, è che il ddl delega prevede che il servizio civile universale sia destinato ai giovani fra i 18 e i 28 anni, con possibilità di durata variabile (si parla di un periodo fra i 6 e i 12 mesi, ma il testo non lo specifica espressamente) e di svolgerne una parte in uno dei paesi dell’Unione europea. Nessuna presa di posizione sull’apertura agli stranieri, il testo delega presentato dal governo non lo prevede e non lo esclude. Fra le altre norme, anche la revisione e la promozione del sistema dei Centri di servizio per il volontariato. Quanto alle risorse, infine, il testo di legge delega individua la cifra di 50 milioni di euro, che vengono destinati all’istituzione di un fondo rotativo destinato a finanziare a condizioni agevolate gli investimenti in beni strumentali materiali e immateriali effettuati dalle imprese sociali.
POLETTI - “I soggetti di questo mondo sono stati vissuti come quelli che arrivano quando lo Stato non ce la fa e il mercato non ha niente da guadagnarci: arrivano i buoni che suppliscono e si occupano del bene sociale: questa logica è sbagliata perché i protagonisti della società non sono lo Stato e il mercato, vengono prima le persone. Ed è necessario che le norme ne tengano conto”. Per Poletti è fondamentale muoversi nell’ottica di “politiche attive” che non si limitino a trasferimenti monetari ma che favoriscano progetti individualizzati. “La riforma del terzo settore è costitutiva della nostra idea di società e di economia e va di pari passo con tutte le altre grandi riforme che il governo Renzi sta portando avanti, partendo dal riconoscimento sostanziale del ruolo che ricopre la capacità di auto-organizzarsi dei cittadini”.
BOBBA - “Non di solo Pil vive una società, il cuore di questa riforma è quello di favorire la libera iniziativa dei cittadini ad associarsi per perseguire finalità di interesse generale”. E’ questo il cuore della riforma per il sottosegretario che ha seguito l’iter fin dal primo momento e ha curato una consultazione pubblica alla quale hanno risposto 1016 soggetti, con netta prevalenza di organizzazioni del Terzo settore (37%) e singoli cittadini9 (38%). “Speriamo che il Parlamento entro il 2014 possa approvare il testo di legge delega – dice Bobba – ma nel frattempo lavoreremo già su alcuni temi che sono ad uno stadio avanzato: il servizio civile, il cinque per mille, le imprese sociali. Ci portiamo avanti con il lavoro in modo da poter rendere operative le norme nel corso del 2015”.
LE REAZIONI – “Si tratta di un buon testo di cui siamo complessivamente soddisfatti, per l'articolazione e la complessità dell'articolato, che abbraccia tutta la normativa del terzo settore e che ha saldi ancoraggi costituzionali, solidaristici e si pone in una prospettiva di riduzione delle disuguaglianze”. Così Pietro Barbieri, portavoce del Forum nazionale del terzo settore, che mette in evidenza però anche alcune criticità come il tetto ancora previsto per il 5 per mille. La battaglia si sposta ora da un lato sull’esame del ddl da parte del Parlamento e dall’altro sulla legge di stabilità: “Era già terreno di lavoro per povertà, non autosufficienza e politiche sociale, lo sarà, ora, anche per il servizio civile, per il 5 per mille e la fiscalità di vantaggio per il terzo settore”.
Per Giuseppe Guerini, portavoce dell’Alleanza delle cooperative sociali e presidente di Federsolidarietà Confcooperative, “erano anni che attendevamo questa cornice che, per la prima volta, ci colloca nel cuore di un progetto di riforma”. E invita il Parlamento ad approvare “al più presto” il disegno di legge. Per la Fish "era necessario fissare nuovi criteri che consentano di premiare e incentivare un settore straordinariamente dinamico, ma anche di fissare regole di trasparenza a garanzia dei singoli e della collettività”. Ma il presidente Vincenzo Falabella auispica che alcuni elementi siano aggiustati in sede di discussione parlamentare, "uno fra tutti la ambigua e un po’ inquietante indicazione di ‘razionalizzare le categorie di lavoratori svantaggiati’ a proposito delle imprese sociali”. "Si apre ora una nuova fase normativa che, insieme al mondo del volontariato e di tutto il terzo settore, seguiremo con molta attenzione e in tutte le sue parti”. E' il commento di Stefano Tabò, presidente di Csvnet, Coordinamento nazionale dei centri di servizio per il volontariato (Csv). (ska)