BENI CULTURALI - AUSPICHIAMO RIFORMA CHE VALORIZZI PATRIMONIO CULTURALE-PAESAGGISTICO E PARTECIPAZIONE DEI CITTADINI
Roma 01 agosto 2014 - Per salvare il nostro patrimonio serve un’alleanza con i cittadini”, scrive sulle pagine del quotidiano La Repubblica di oggi Daniele Manacorda, a proposito del dibattuto tema della Riforma dei Beni Culturali.
“Lo slittamento del DL di Riforma sui Beni Culturali - dichiara il Portavoce del Forum nazionale del Terzo Settore - non è un bel segnale. Spiace che prevalgano, su un tema strategico come questo, resistenze politiche e culturali. Il testo presentato dal Ministro Franceschini, per quanto sicuramente possa essere migliorabile, ha l'indubbio pregio di introdurre diverse novità nel complesso sistema della gestione dei beni culturali e paesaggistici del nostro Paese, la cui origine risale al Fascismo e che ha un oggettivo bisogno di essere aggiornato e svecchiato. In una riforma di buon senso crediamo sia doveroso prevedere risorse economiche per una migliore cura e conservazione del patrimonio culturale e paesaggistico, che preveda la sua valorizzazione così come il coinvolgimento, l’impegno e la partecipazione attiva dei cittadini, delle associazioni e delle cooperative sociali che lavorano a stretto contatto con esso.”
“Quello di cui il nostro Paese ha bisogno - conclude il Portavoce - è proprio di andare in una direzione di innovazione in questo settore, aprendoci a nuovi modelli e soprattutto a una idea di gestione e tutela che veda i cittadini fieri e consapevoli custodi e promotori delle bellezze del loro Paese. Condividiamo con Manacorda nello stigmatizzare chi riduce a “monetizzare” il concetto di promuovere espresso dalla nostra Costituzione. Non è solo una visione vecchia, è un paradigma inutile, che affida ad una visione sorpassata di Stato la difesa del bene culturale dai cittadini ‘vandali’. Siamo considerati all’estero come uno dei paesi a maggiore interesse storico, artistico e culturale, ma continuiamo a lamentarci per il degrado e i danni che colpiscono il territorio ed i beni culturali, senza riuscire a trovare le risorse adeguate e a mutuare le politiche attive e partecipate di gestione e tutela del patrimonio che ci sono all’estero. Non perdiamo comunque l'occasione.”