Si svolgerà da domenica 20 a domenica 27 luglio a Lampedusa il campo estivo sui diritti umani di Amnesty International Italia, giunto alla quarta edizione. 

Per una settimana, i circa 60 partecipanti prenderanno parte a seminari, incontri con la popolazione e iniziative pubbliche sul tema della difesa dei diritti umani dei migranti e dei rifugiati e lanciare, da un luogo-simbolo come Lampedusa, l'appello della campagna europea di Amnesty International "Sos Europa", che chiede all'Unione europea (Ue) e ai suoi stati membri di dare priorità alle persone prima che alle frontiere, attraverso il rafforzamento delle attività di ricerca e soccorso in mare, di cui l'operazione "Mare nostrum" è un positivo esempio, avendo salvato oltre 50.000 persone dall'ottobre 2013.

Venerdì 25 i partecipanti al campo prenderanno parte alla prima "Veleggiata per i diritti umani", una regata organizzata insieme alla Lega navale italiana - sezione di Lampedusa e Linosa: derive, tavole a vela, cabinati e catamarani con le insegne di Amnesty International partiranno da Cala Pisana alle 10 per farvi ritorno, dopo un passaggio di fronte all'isola e alla spiaggia dei Conigli. Seguiranno le premiazioni.

Parteciperanno al campo di Lampedusa anche Hussain Majid e Said Islam Yaccub, testimoni provenienti dal campo europeo di Amnesty International di Sofia (Bulgaria) e dal "Siciliambiente" film festival di San Vito Lo Capo

Gli stati membri dell'Ue spendono ogni anno milioni di euro per proteggere le loro frontiere con recinzioni, sistemi di sorveglianza sofisticati e pattugliamento. Tra il 2007 e il 2013 l'Ue ha speso quasi due miliardi per proteggere le sue frontiere ma solo 700 milioni di euro per proteggere i richiedenti asilo e i rifugiati. 

L'Ue e gli stati membri stanno inoltre finanziando e cooperando con i paesi vicini, come la Turchia, il Marocco e la Libia, per creare una zona cuscinetto in grado di fermare migranti e rifugiati prima ancora che raggiungano i confini dell'Europa. Allo stesso tempo stanno chiudendo un occhio sulle violazioni dei diritti umani che migranti e rifugiati soffrono in questi paesi.

A fronte di sempre maggiori ostacoli per raggiungere l'Europa via terra, rifugiati e migranti prendono rotte marittime più pericolose verso la Grecia e l'Italia. Ogni anno centinaia di persone muoiono nel tentativo di raggiungere le sponde dell'Europa. 

Solo nei primi sei mesi del 2014, più di 200 persone in fuga dalla guerra e dalla persecuzione hanno perso la vita nelle acque del Mediterraneo e del Mar Egeo; altre centinaia mancano all'appello e si teme siano morte.  

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