ROMA - "Finalmente abbiamo una definizione chiara di cosa è
agricoltura sociale in Italia". Questo il primo commento del vice ministro
delle Politiche agricole, alimentari e forestali dopo l'approvazione alla
Camera della legge sull'agricoltura sociale, testo ora atteso in Senato per
l'autunno. Per il vice ministro si tratta di un "risultato estremamente
positivo" atteso ormai da anni. "L'Europa ha assunto il tema come uno dei temi
cardine per lo sviluppo - ha spiegato Olivero - ma fino ad oggi in Italia c'è
stata una modalità pionieristica di lavorare sul tema. Limitarsi a procedere
solo con la buona volontà dei singoli era pericoloso. Sono nate molte leggi
regionali molto discordanti tra di loro e evolute esperienze molto
diversificate. Ora toccava a noi andare a costruire un quadro normativo
all'interno del quale rafforzare ulteriormente questo settore".
Il testo approvato alla Camera, infatti, definisce le
attività di "agricoltura sociale", come quelle svolte dall'imprenditore
agricolo per l'inserimento sociolavorativo di soggetti svantaggiati, disabili e
minori in età lavorativa inseriti in progetti di riabilitazione sociale,
l'integrazione dei servizi sociali delle comunità locali (agriasili,
accoglienza persone in difficoltà), le prestazioni di servizi terapeutici anche
attraverso l'ausilio di animali e coltivazione e iniziative di educazione
ambientale e alimentare. Un riconoscimento, spiega Olivero, che permetterà alle
stesse attività di essere meglio sostenute. "La legge fa sì che possano essere
adottati strumenti per la valorizzazione dell'agricoltura sociale - spiega
Olivero - in quanto una volta definita può essere sostenuta e riconosciuta.
Penso ai Piani di sviluppo rurale che sono in fase di definizione in queste
settimane in tutte le regioni italiane e sono una parte consistente di
finanziamenti per quanto riguarda il mondo agricolo. Penso anche a tutto il
fondo sociale che ha la volontà di sostenere il welfare e con questa legge,
l'agricoltura sociale si candida ad essere uno degli strumenti di promozione di
welfare rurale". La legge, inoltre, prevede che l'imprenditore potrà svolgere
attività anche in associazione con cooperative e imprese sociali, con
associazioni di promozione sociale e di volontariato con la stretta
collaborazione dei servizi sociosanitari territoriali.
Il testo, che deve ancora terminare il proprio iter, andrà a
mettere un po' di ordine tra le normative ragionali. "Alle regioni chiediamo di
armonizzarsi - chiarisce Olivero -, di prendere atto di una legge nazionale e
di andare ad adeguarsi nelle parti in cui le leggi regionali sono difformi.
Abbiamo molte leggi buone, alcune hanno anche elementi ulteriori rispetto alla
legge nazionale, quindi non è che la nostra legge le annulli o le renda
inutili, ma devono tenere conto di questo affinché ci sia quella uniformità per
promuovere a livello nazionale l'agricoltura sociale. Credo che siamo riusciti,
con un testo naturalmente perfettibile, a far sì che si riconosca la realtà e
la si possa promuovere. Il legislatore deve porsi il tema del riconoscere, più
che imporre modelli e imporre sovrastrutture. E noi, in questo, abbiamo fatto
un buon lavoro".
Un testo, quello dell'agricoltura sociale, che se rispetterà
i tempi previsti dallo stesso Olivero potrà battere sul tempo anche la riforma
del Terzo settore voluta dal presidente del Consiglio Matteo Renzi. "Sono
sereno rispetto ai tempi - aggiunge il vice ministro - perché sono convinto che
c'è una forte determinazione politica. Entro l'autunno porteremo a casa la
legge. Lavorerò perché si possa incardinare il testo al Senato già nel mese di
settembre". Rispetto alla riforma del Terzo settore, invece, per Olivero
l'approvazione della legge sull'agricoltura sociale, può essere "una prima
tappa" verso l'obiettivo indicato da Renzi. "Si tratta di un tema strettamente
connesso - aggiunge il vice ministro -: l'agricoltura sociale è fatta da
imprese che hanno connotazione di imprese sociali, forse non in senso stretto,
ma certamente da un punto di vista ideale. Credo che il percorso di questa
legge possa anticipare e accompagnare tutto il resto del percorso delle riforme
del terzo settore che hanno la caratteristica del salto qualitativo perché
prevedono un piano organico".
Positivo il giudizio del Forum nazionale agricoltura
sociale, anche se il testo potrebbe essere migliorato. Per Ilaria Signoriello,
portavoce nazionale del Forum, si tratta di una legge "il cui impianto è
veramente buono e ha recepito molte delle osservazioni che avevamo fatto anche
in sede di prima stesura e parliamo di tre anni fa". I margini di miglioramento
indicati dal Forum riguardano soprattutto la possibilità di una "filiera"
propria, "quindi di inserire nella legge anche un supporto alla costituzione di
un marchio a carattere nazionale", spiega Signoriello. Altra questione, quella
della possibile assegnazione dei beni confiscati. "In Italia l'agricoltura
sociale non può prescindere da questi beni - spiega il portavoce del Forum -,
occorre dare una precedenza all'agricoltura sociale". Suggerimenti e migliorie
che saranno prese in considerazione, spiega il vice ministro Olivero, ma che
però fanno temere possibili ritardi nell'approvazione di un testo finale atteso
ormai da diversi anni. "Ci possono essere ulteriori elementi da aggiungere, ma
bisogna sempre valutare se è necessario che stiano nella legge o possano
rientrare attraverso altri provvedimenti. Non tutto deve stare nella legge,
perché si rischia di appesantire i testi e allungare i tempi".(ga)