Egregio Direttore,

abbiamo letto con totale contrarietà l’editoriale “Dirsi in faccia un po’ di verità” comparso nell’edizione di ieri del quotidiano che Lei dirige, e a firma di Ernesto Galli Della Loggia.

Quello che ci lascia perplessi è che un editorialista del Corriere della Sera possa permettersi così gravi affermazioni che non trovano riscontro nella realtà. Facciamo riferimento in particolare agli esempi che vengono citati e che tirano fuori, a sproposito, il terzo settore e il rilancio del servizio civile, parlando di “solite trattative con la solita burocrazia della solidarietà, con le decine e decine di associazioni, cooperative, Ong (in genere accuratamente lottizzate), che non si capisce bene che cosa faranno ma si capisce solo che avranno un po’ di soldi pubblici in più.”

Rimaniamo sbalorditi nel sentirci chiamare in causa in questo modo, con questi toni e per di più davanti ad un pubblico molto vasto, come quello che legge quotidianamente il Suo giornale. Ci chiediamo di che cosa stia parlando Galli Della Loggia, quali siano le sue fonti di informazione, da quale osservatorio privilegiato possa permettersi certe gratuite affermazioni che non trovano riscontro nella realtà. Gradiremmo avere delle spiegazioni per provare anche solo a comprendere da dove possa nascere una tale visione, che non possiamo che ritenere qualunquista e molto superficiale. I numeri, la realtà, l’attività, l’impegno del Terzo Settore Italiano sono sotto gli occhi di tutti coloro che le vogliono vedere e conoscere, certo sono più facilmente afferrabili nelle realtà disagiate che nei salotti.

I fondi destinati al servizio civile - forse Galli Della Loggia lo ignora - non vanno nemmeno in minima parte alle associazioni ma, esclusivamente, sotto forma di (piccoli) rimborsi spese, ai giovani che in Italia o all’estero si mettono alla prova con progetti volti alla tutela dei diritti (anziani, minori, giovani, persone con disabilità, migranti), la cura e il rispetto dell’ambiente e dei beni culturali, la cooperazione sociale e internazionale, comunque con l’obiettivo sempre di rinsaldare la coesione sociale. Si tratta di attività e forme di grande impegno, forse troppo silenziose, che evidentemente sono ignorate dall’autore del pezzo di cui stiamo parlando.
Invitiamo volentieri Ernesto Galli Della Loggia ad un confronto diretto con noi, per fargli conoscere veramente il servizio civile e il mondo del non profit italiano. Chissà che forse in un prossimo editoriale deciderà di rivolgersi a oltre 300.000 organizzazioni e a 4 milioni di italiani con maggiore rispetto.

Cordialmente,
Pietro Vittorio Barbieri
Portavoce del Forum Nazionale del Terzo Settore

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