Tiziana Vive. 1 anno fa il femminicidio di Tiziana, una giovane donna e mamma di 36 anni. Dalle notizie dei giornali risulta che ogni 3 giorni in Italia viene uccisa una donna.

La prima causa di uccisione nel Mondo delle donne tra i 16 e i 44 anni è l’omicidio per violenza subita da parte di persone con cui hanno relazioni affettive e di intimità. Noi rispondiamo con 6 organizzazioni che operano in Italia, psicologi, psicoterapeuti, legali, 2 case di protezione mamma bambino vittime di violenza e 1 sportello antiviolenza online

Milano. Il 9 luglio 2013 Tiziana Rizzi, una giovane mamma di 36 anni, veniva atrocemente uccisa nella propria casa dal marito che risparmiava la vita al loro figlio di 2 anni e mezzo.

Oggi, a distanza di 1 anno, da questa tragedia è nata una associazione, “Tiziana Vive” e una rete di associazioni e persone che lavorano nel privato sociale vicine a Tiziana e/o consapevoli che queste tragedie non si devono più ripetere e che non si può solo restare a guardare aspettando risposte da uno Stato assente.

“Tiziana vive” è in rete con le organizzazioni Soleterre, Pangea, Amici dei Bambini, Altreconomia e l’Isola che non c’è. Queste realtà sono attive da diversi anni con progetti concreti e attività culturali per prevenire e contrastare la violenza nei confronti di donne e bambini in Italia e in diverse aree del mondo.

“Ascoltare la vita” è il nome di uno dei progetti nati all’interno di questa rete, un ambulatorio di consulenza psicologica, nato a Landriano, luogo in cui è avvenuto il femminicidio di Tiziana, in cui 2 psicologi - psicoterapeuti affiancano medici di base e pediatri. Lo scopo è quello di garantire il diritto alla salute psico-fisica dei cittadini e accogliere in particolare i bisogni di tipo psicologico che possono concorrere nei femminicidi e nella violenza interpersonale in genere.

In pochi mesi oltre 50 persone si sono rivolte allo sportello, donne e uomini di diverse età, 3 giovani ragazze si sono allontanate dal compagno o marito in situazioni protette a seguito di violenze reiterate.

“Questi numeri così elevati in una piccola comunità di 7 mila abitanti ci fanno pensare che questi sportelli, ad accesso libero e vicini agli utenti, possano rappresentare una risposta efficace sia a livello di prevenzione che di accompagnamento all’uscita dalla violenza, e per questo dovrebbero essere aperti in tutta Italia. Sarebbe utile moltiplicare questa esperienza in più territori, visto l’effetto positivo che si è avuto” – dice la dott.ssa Federica Papetti, vicepresidente di Tiziana Vive e psicologa dell’ambulatorio per la salute.

Tante sono le attività di cui è possibile beneficiare attraverso la rete:
  • uno sportello antiviolenza online http://www.sportelloantiviolenza.org/ in cui operatrici professioniste possono orientare le persone a riconoscere la violenza e capire a chi rivolgersi sul proprio territorio, per affrontare la situazione di abuso che vivono.
  • accoglienza temporanea presso 2 Case famiglia e Comunità Mamma-Bambino inserite in una
  • rete nazionale e internazionale di accoglienza e Centri Servizi alla famiglia.
  • attività editoriali e di comunicazione sulle tematiche inerenti la violazione dei diritti umani e le diverse possibilità di partecipazione e solidarietà sociale.
  • attivazione di supporto psicologico e legale.
Per chi volesse maggiori informazioni: www.tizianavive.org

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