Roma. Con il “Bando Educazione dei giovani 2013” selezionati 19 progetti esemplari contro la dispersione e l’abbandono scolastici, finanziati con 4,5 milioni di euro in Campania, Puglia e Sicilia.

Nei prossimi giorni saranno resi noti altri progetti per nuovi asili nido al Sud.

Il tutto attivando il mondo del terzo settore, del volontariato e l’intera “comunità educante”, mettendo in rete associazioni, scuole, insegnanti, famiglie e studenti con mondo della ricerca scientifica, università, imprese.


MA SI POTREBBE FARE MOLTO DI PIU’!

Nell’incontro di ieri sera, <<il Consiglio di Amministrazione ha apprezzato il forte interesse verso i due bandi e la grande partecipazione testimoniata dalle circa 280 proposte di progetto per contrastare la dispersione scolastica e dalle tante pervenute per l’attivazione di asili nido, ma al contempo esprime profonda amarezza nel constatare che, nonostante la buona capacità progettuale riscontrata, la Fondazione CON IL SUD ha potuto sostenere solo un numero limitato di progetti, 19, assegnando circa 4,5 milioni di euro per i giovani e, congiuntamente con la Fondazione aiutare i bambini, altre centinaia di migliaia di euro per gli asili nido, il massimo previsto dai due bandi.

Con il Bando Educazione dei Giovani, infatti, sono state individuate altre 75 proposte di progetto che, pur valutate positivamente, non potranno, purtroppo, essere sostenute. Progetti che coinvolgono oltre 800 organizzazioni che hanno costruito relazioni e si sono messe in rete per realizzare interventi a favore dei giovani al Sud per un valore complessivo di 19,2 milioni di euro. Eppure le soluzioni ci sarebbero.

Basti pensare che oltre 700 milioni di euro, destinati ormai da anni a interventi di sostegno all’infanzia e agli anziani non autosufficienti nelle regioni meridionali, sono fermi nelle casse dei Ministeri perché si sono scelte procedure complicate e comunque si è ignorata la possibilità di intervento del terzo settore. Una paralisi assurda e paradossale se si considera la buona capacità progettuale e di partnership maturata nel tempo dal terzo settore meridionale. Una paralisi che, però, potrebbe trovare soluzioni rapide, fattibili e sostenibili, per offrire risposte adeguate all’enorme domanda di servizi e interventi sociali proveniente dal Sud ed evitando di stroncare sul nascere e buttare al vento idee, costruzioni di reti, progetti concreti nati dalle stesse comunità locali>>.

Manuela Intrieri

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