L'Unione Europea è in cima alla lista dei maggiori importatori di molte piante e animali selvatici - vivi, morti, in parti o prodotti derivati. È quanto risulta dal rapporto WWF/TRAFFIC, "Opportunity or threat: The role of the European Union in the global wildlife trade", la prima analisi mai pubblicata sulla portata del mercato illegale di prodotti naturali in Europa. Il commercio legale delle specie ha generato nella sola Unione Europea cifre pari a 93 miliardi di dollari nel 2005, grazie soprattutto a importazioni di caviale del Caspio, borse e scarpe di pelle di serpente, rettili rari da vendere come animali domestici, cornici e stecche da biliardo in legno ramino. Ma i dati più allarmanti vengono dal commercio illegale. Tra il 2003 e il 2004, le autorità europee hanno confiscato oltre 7.000 spedizioni prive di regolare permesso, per un totale di oltre 3,5 milioni di esemplari compresi nella lista della CITES (Convenzione sul commercio internazionale di specie di flora e fauna in pericolo).
Mentre tra il 2000 e il 2005 sono stati importati nell'Unione Europea 3,4 milioni di lucertole, 2,9 milioni di coccodrilli e 3,4 milioni di pelli di serpente, 300.000 serpenti vivi per il mercato degli animali domestici e 424 tonnellate di caviale di storione (vale a dire più della metà delle importazioni mondiali). Nel solo 2004 l'Europa ha importato più di 10 milioni di metri cubi di legno tropicale da Africa, Sudamerica e Asia, per un valore di 1,2 miliardi di dollari.Anche l'Italia fa la sua parte, apprezzando in particolar modo il legno tropicale (con importazioni per 282 milioni di euro è seconda solo alla Francia) le rare testuggini egiziane (in media oltre 400 importazioni annue) e i prodotti legati alla medicina cinese derivati da rinoceronte, tigre, leopardo, daino muschiato, pangolino, tartaruga marina, ippocampo e derivati dalle radici di orchidee (per un totale di 9.000 prodotti importati). "Il mercato di piante e animali selvatici e di prodotti derivati è cresciuto insieme all'Europa - afferma dalla sede della riunione CITES in Olanda Massimiliano Rocco, responsabile Specie del WWF Italia - E nonostante una buona parte di questo commercio sia legale, si sviluppa sempre di più anche un mercato illegale, favorito dalla crescente domanda di animali da compagnia esotici, legname e altri prodotti naturali, che ha enorme impatto sulla flora, sulla fauna e sulle popolazioni in ogni angolo del mondo e rappresenta una seria minaccia alla sopravvivenza di molte specie, come i rettili e lo storione".
Un commercio legale e ben regolato può portare importanti benefici alle popolazioni, alle economie locali e alla stessa conservazione delle specie: le importazioni europee di lana di vigogna per esempio (uno dei più rari camelidi del sudamerica cacciato per il suo preziosissimo pelame), pari al 95% delle importazioni mondiali, rappresentano una significativa fonte di reddito per 700.000 persone nelle comunità povere delle Ande. Ma il commercio illegale compromette ogni equilibrio, sia economico che naturale, ed è una precisa responsabilità dell'Europa evitare che questo accada. Il dossier del WWF viene lanciato alla vigilia di un appuntamento strategico per le specie di tutto il mondo: dal 3 al 15 giugno oltre 170 governi si incontreranno in Olanda alla triennale Conferenza delle Parti della CITES - la prima con sede in Europa - per discutere eventuali cambiamenti alla lista di specie protette e perfezionare il trattato e il sistema dei controlli. In questa occasione WWF e TRAFFIC chiedono all'UE di impegnarsi per garantire il commercio sostenibile di animali e piante, anche grazie a una politica di sostegno ai Paesi di provenienza da cui le specie e i prodotti derivati provengono.