Il diritto a stili di vita attivi: treguardo raggiungibile da tutti. Cosa rimane del convegno UISP di Trento? E' l'inizio di un percorso, rispondono F.Lucidi e D.Rossi.
Non si è spenta l’eco del convegno Uisp a Trento (venerdì 20 giugno) nel quale sono state messe a confronto le voci dell’associazionismo, delle istituzioni e dell’Università sul tema Stili di vita e salute. Che cosa rimane di questo primo appuntamento che l’Uisp ha dedicato al tema?
Lo abbiamo chiesto a Fabio Lucidi, Facoltà di medicina e psicologia dell’Università di Roma La Sapienza, che ha contribuito a legare insieme i vari interventi e a “pensare” l’impostazione del workshop, insieme a Daniela Rossi, responsabile delle Politiche Uisp per gli stili di vita e la salute.
E’ soddisfatto, prof. Lucidi?
“Certamente sì, perché abbiamo dato vita ad un processo che mira a portare l’attività motoria all’interno del perimetro dei diritti di cittadinanza - risponde Fabio Lucidi - Senza messaggi prescrittivi o minacciosi, senza colpevolizzare nessuno, men che meno coloro che si sentono a disagio perché in sovrappeso o prigionieri di una consuetudine di vita sedentaria. Il diritto ad una vita attiva e sana deve diventare un traguardo raggiungibile da tutti. Questo è il messaggio che le istituzioni devono cominciare a lanciare, predisponendo politiche a sostegno e coinvolgendo associazionismo e terzo settore. E’ controproducente e dannoso far leva sulla paura delle persone e sull’emergenza di dover curare questa o quella malattia. Le politiche pubbliche sulla salute, a livello nazionale e regionale, dovrebbero avvicinare il cittadino ad un sistema di opportunità”.
Quali sono i riflessi di questa impostazione all’interno dell’Uisp?
“Positivi perché chiamano la nostra associazione a fare rete con altri stakeholder su percorsi comuni di scambio di buone pratiche – dice Daniela Rossi - spingendo le istituzioni a costruire tavoli comuni tra pubblico e privato sociale. Siamo all’inizio di un cammino ma i presupposti ci sono tutti: contenuti e proposte innovative per rafforzare e sviluppare un’impronta Uisp, già evidente a Trento. Un indicatore che ci conforta nella nostra impostazione è l’attenzione con la quale hanno seguito i lavori i molti dirigenti ed operatori presenti al workshop. Allo stesso tempo la disponibilità e la qualità dei relatori testimonia la credibilità e l’autorevolezza che l’Uisp ha prodotto in un ambito così complesso e denso, come quello della salute. Dobbiamo proseguire: stiamo preparando un nuovo appuntamento interregionale in autunno su questi temi e lanceremo un Manifesto con alcune linee guida in dicembre”. (I.M.)
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- Guarda il video con l'intervento di Furio Honsell, matematico e sindaco di Udine.
- Guarda il video con l'intervento di Italo Dosio sull'esperienza di Matti per il calcio a Torino.
Sono stati diversi gli attori che hanno partecipato al convegno che ha visto la presenza di 120 persone, da tutta Italia. Molti degli interventi si sono concentrati sulla distinzione tra salute e sanità e sulla necessità di promuovere concretamente entrambe. Causa del 15% delle morti premature in Italia, la sedentarietà varia a seconda di età, provenienza geografica e condizioni economiche. “L’attività motoria – ha affermato Daniela Rossi, responsabile di politiche stili di vita e salute Uisp – è un diritto messo sempre più in crisi dalle disuguaglianze. Le nostre parole devono trasformarsi in programmi”. C’è stato spazio, infatti, anche per parlare di progetti rivolti sia all’educazione dei bambini e alle loro famiglie – con “Pronti, partenza, via!”, Samba e 1km in salute – sia all’organizzazione di eventi sportivi sostenibili e alla riqualificazione degli spazi urbani.
Nel pomeriggio l’attenzione si è spostata sulla lotta al doping con la campagna informativa portata nelle scuole dalla Uisp con l’Istituto superiore di sanità. Si è parlato infine di invecchiamento attivo e del ruolo dello sport nell’area del disagio mentale. “Questo tipo di attività – ha spiegato Italo Dosio, del dipartimento di salute mentale di Susa e animatore dell’esperienza di Matti per il calcio – oltre a migliorare la vita delle persone, porta anche vantaggi economici e sociali: diminuiscono i ricoveri, si fa meno uso di farmaci, i pazienti tornano a lavorare”.
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