Il calcio sprofonda: l'UISP ne chiede una vera rifondazione su valori etici e di integrazione. E indica una strada: tutti i soggetti siano coinvolti. Parla V. Manco.

Il calcio sprofonda, i vertici si sono dimessi dopo il naufragio del Mondiale e su tutti pesa la morte del giovane Ciro Esposito. L’Uisp non ci sta e chiede una rifondazione vera del sistema con il coinvolgimento di tutte le componenti del calcio, a cominciare da quelle di base e dello sport di cittadinanza.

“La morte del giovane Esposito è una di quelle notizie così drammatiche da lasciare indietro tutto il resto, squarcia lo sfarzo del rito mondiale in Brasile e ci tocca tutti da vicino – dice Vincenzo Manco, presidente nazionale Uisp - al centro ci sono le forti contraddizioni del calcio professionistico, a cominciare da quello italiano, povero di etica e di responsabilità”.

“Non ci è mai piaciuto generalizzare ma quando nel Consiglio nazionale del Coni abbiamo chiesto di farci promotori degli Stati generali della cultura sportiva, non sbagliavamo - prosegue Manco - La fallimentare esperienza della spedizione italiana in Brasile sta scuotendo i vertici federali. Visto che non è possibile fare altrimenti, visto che il calcio si dimostra incapace di una autoriforma e impermeabile ad un confronto vero con la società e con i cittadini, sia questa l'occasione per scuotere l’ambiente dalle fondamenta”.

“Il sistema calcio riguarda tutti: la deregulation di questi anni ha provocato cicatrici sociali e lutti. Chiediamo che tutti siano coinvolti, che la politica non si volti dall’altra parte, che le componenti di base del sistema sportivo e calcistico possano avere voce in capitolo. Chiediamo che i proclami di queste ore non rimangano lettera morta e che nei nuovi programmi di rifondazione del calcio venga coinvolto tutto il movimento sportivo, a cominciare da quello dello sportpertutti e di cittadinanza. L’emergenza è culturale, sociale e sportiva: servono progetti e campagne nazionali che facciano leva sul senso popolare e sui valori del calcio e dello sport”.

Dove trovare le risorse? “Si incida sulla riduzione degli ingaggi ipermilionari e si garantisca la tracciabilità delle risorse che vengono utilizzate nella compravendita dei calciatori – conclude Manco - si ricostruisca un'etica della sconfitta e della partecipazione. Sono questi i valori da mettere al centro, senza ambiguità né retorica. L’Uisp lo fa concretamente. Un esempio? I Mondiali Antirazzisti che lanciano una ventata di partecipazione e cultura dell’inclusione che parte proprio dal nostro Paese e raggiunge l’Europa e il resto del mondo. Dal 2 al 6 luglio quattromila giovani si ritroveranno a Castelfranco Emilia intorno ai valori dell’integrazione e della solidarietà. Oppure penso alle Finali nazionali del calcio Uisp che prenderanno il via questo fine settimana a Bellaria: migliaia di calciatori e calciatrici da tutta Italia che scendono in campo perchè, citando uno slogan della Lega calcio Uisp, il cal cio è solo un gioco. Questi principi vanno praticati, non soltanto enunciati”. (I.M.)

Vincenzo Manco e Carlo Balestri, organizzatore Mondiali Antirazzisti, sono stati ospiti venerdì 27 giugno della trasmissione Ellesse di Radio Articolo 1, per presentare l'edizione 2014 dei Mondiali Antirazzisti e parlare della riforma del calcio italiano. Per ascoltare la trasmissione clicca qui.

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