Ma dai sondaggi alla realtà il passaggio talvolta può essere amaro. Secondo l’indagine “Gli italiani ed il riciclo dei rifiuti”, condotta dall’istituto Lorien Consulting per Consorzio Obbligatorio degli Oli Usati e Legambiente, in testa alle preoccupazioni degli italiani, dal 2011 al 2014 la disoccupazione è passato dal 93 al 96% dei cittadini, subito dopo viene l’inquinamento e l’ambiente che preoccupava il 45% degli italiani nel 2011 ed ora il 56% degli intervistati, la stessa percentuale di italiani preoccupati per la sanità pubblica. Ma la preoccupazione per l’inquinamento sale al 65% nel caso degli opinion leader, mentre a sorpresa (ma non per noi di greenreport.it) lo spreco delle risorse diventa un argomento ancora molto sentito per 40% degli italiani, con un balzo rispetto al 27% di 3 anni fa. L’approvvigionamento energetico preoccupa il 26% del campione ed il 29% tra gli opinion leader.

Rispetto ai soggetti che hanno più influenza sulla salvaguardia dell’ambiente, gli intervistati indicano per il 69% (59 tra gli opinion leader) il comportamento individuale dei cittadini stessi, quindi le istituzioni locali (47%, 29 tra gli OL), il Governo nazionale (41%), le associazioni ambientaliste (29%, 35 per gli OL).

Legambiente spiega che «dopo il lavoro, è l’ambiente il tema che suscita le maggiori apprensioni dei cittadini. In particolare, i rifiuti sono considerati la minaccia più rilevante (72%), mentre la raccolta differenziata è l’argomento ambientale su cui gli italiani si considerano più informati (78%). Minore, ma importante, risulta la consapevolezza relativamente al riciclo dei rifiuti e ai rifiuti diversi dagli urbani: pericolosi, speciali, Raee. Ben il 39% degli intervistati si dichiara informato sui rifiuti pericolosi.

Dal sondaggio emerge che il 95% degli italiani si dichiara disponibile a fare la raccolta differenziata (di qualche genere), convinto - per due terzi – che questi vengano riciclati. La gran parte dei cittadini differenzia vetro, carta, plastica (85%), pile e batterie (79%), umido (78%). Il 66% affida rifiuti pericolosi ad un professionista. Nel 63% dei casi la raccolta dei rifiuti differenziati avviene nei cassonetti su strada, nel 32% tramite porta a porta. Il 48% ha compreso che il porta a porta è vantaggioso, sebbene lo pratichino solo il 32% degli italiani. Il 59% degli intervistati dichiara di utilizzare isole ecologiche.

Tra i temi ambientali sui quali gli italiani sono più informati troviamo in testa quello della raccolta differenziata dei rifiuti domestici (78%, 41% tra gli OL), seguito dal risparmio sui consumi domestici d’acqua e energia (52%, 47 tra gli OL), dal riciclo dei rifiuti (51%, 65% tra gli OL), dalla gestione dei rifiuti speciali (farmaci e pile), che riguarda il 47% e la gestione dei rifiuti pericolosi (oli usati, batterie…) per il 39% degli intervistati (47% tra gli OL).

Le stesse domande rivolte ai sostenitori di associazioni ambientaliste mostrano che sono maggiormente consapevoli rispetto a tutti i temi, e in particolare al riciclo dei rifiuti (66%), gestione degli speciali (63%), gestione dei pericolosi (54%), produzione e utilizzo di prodotti con confezioni a basso impatto (41%).

Tra i comportamenti personali, sempre in tema di rifiuti, l’85% degli intervistati separa i rifiuti domestici e fa la raccolta differenziata di vetro, carta e plastica. Il 79% consegna negli appositi contenitori pile, batterie, e farmaci (rifiuti speciali), il 78% separa i rifiuti domestici per umido/organico (alimenti), mentre il 66% affida i rifiuti pericolosi della propria auto a un professionista (oli lubrificanti, batterie al piombo).

Tra i cittadini che fanno la differenziata, il 64% pensa che i materiali differenziati siano avviati al riciclo, il 15% pensa che tutto finisca comunque in discarica, il 7% pensa che finisca tutto nell’inceneritore e il 14% non sa. Il 40% dei cittadini che dichiara di non fare la raccolta differenziata, invece, motiva la scelta con la difficoltà di reperire cassonetti vicino casa (67%), perché è inutile e va tutto in discarica (20%), non interessa (13%), non sa (13%), non ha tempo (7%).

La raccolta differenziata avviene prevalentemente per raccolta stradale (63%),mentre per il 32% viene realizzata la raccolta porta a porta. Tra i due sistemi, quello su strada sembra avere un maggior vantaggio ambientale (48%) mentre quella porta a porta un maggior vantaggio economico. Il 77% degli intervistati dichiara la presenza di isole ecologiche nel proprio comune mentre il 59% dichiara di utilizzarle.

Il presidente di Legambiente, Vittorio Cogliati Dezza, ha sottolineato che «i risultati più alti ottenuti nel sondaggio dal tema rifiuti dimostrano che questo è il tema più ‘frequentato’ dai cittadini, ovvero che ormai in Italia la maggioranza della popolazione si misura o con le buone pratiche di governo ed una raccolta differenziata funzionante o con situazioni emergenziali. In un caso come nell’altro i cittadini sono consapevoli e sanno anche qual è la soluzione possibile. E’ importante quanto emerge dalla ricerca, ovvero che i cittadini sono in gran parte ben disposti e informati sul tema. Quello che invece continua a mancare sono le politiche nazionali in grado di mettere tutto ciò a sistema e rendere organiche ed efficaci le pratiche virtuose già esistenti in tema di gestione dei rifiuti».

Ancora una volta viene da chiedersi perché cittadini che si ritengono così informati sui rifiuti poi si comportino spesso (e rispondano ai sondaggi) come chi non sa nulla del ciclo dei rifiuti, senza contare che due terzi degli ascoltati credono che i rifiuti da loro differenziati siano poi effettivamente riciclati in toto. Non sempre è così, purtroppo: non deludiamoli.

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