Le Linee guida per una riforma del Terzo settore rappresentano “un primo passo verso una crescita e stabilizzazione dei fondi sociali (a cominciare dal varo di una misura universale e reinclusiva contro la povertà assoluta) e di altri interventi che garantiscano su tutto il territorio nazionale livelli essenziali delle prestazioni sociali e sanitarie”. È quanto afferma il documento della direzione nazionale delle Acli con le proposte sul progetto di riforma del Terzo Settore avviato dal governo. (
http://www.acli.it/index.php?option=com_k2&view=item&id=9066:le-proposte-delle-acli-per-la-riforma-del-terzo-settore&Itemid=674#.U6PTXLH5E98)
“Il vero salto di qualità che può dare questa riforma – si legge ancora nel documento Acli - èquello di uscire dallo schema Stato-mercato per entrare in quello di Stato, mercato e terzo settore. In questo senso il Terzo Settore si candida, insieme ad altri soggetti, ad esprimere capacità di rappresentanza e dialogo sociale affinchè le politiche pubbliche e le scelte strategiche, non solo nel campo delle politiche sociali, non siano calate dall'alto, ma vedano i cittadini e le comunità sempre più partecipi”
"Questa riforma genera entusiasmo e aspettative molto importanti in tantissimi gruppi, organizzazioni, volontari e operatori”, osserva Stefano Tassinari, vice presidente nazionale delle Acli e responsabile Terzo Settore. “Ci si rende conto che se il Paese vuole ripartire deve saper tenere tutti in squadra. Questo significa rimettere in pista quelle piccole opere e infrastrutture quotidiane fatte di servizi per e con famiglie, i giovani, gli anziani che oggi mancano e ridare slancio alla partecipazione e all'imprenditorialità sociale dei cittadini, anche nella gestione stessa di quel patrimonio culturale che oggi si stenta a valorizzare per creare lavoro.
Per farlo – conclude Tassinari -però dobbiamo aggiungere un capitolo alle linee guida perché insieme con il Terzo Settore si faccia emergere da tanti campi e si promuova lavoro di qualità e nessuno pensi di andare avanti con appalti al ribasso e ritardi di pagamenti. Se non si apre con la Pubblica Amministrazione questo capitolo lo sforzo di trasparenza che le linee guida propongono rischia di arenarsi."