I paesi dei Balcani occidentali entreranno mai nell'Unione? Nel post elezioni europee Radio Free Europe ha sentito l'opinione di Florian Bieber, direttore del Centro per gli studi del sud-est Europa dell'Università di Graz. (
http://www.balcanicaucaso.org/Istituzioni-e-societa/Post-europee-l-integrazione-dei-Balcani-resta-all-ordine-del-giorno)
Florian Bieber
Con la crescita dei partiti di estrema destra che va ad aggiungersi ad una certa preoccupazione che si manifesta da tempo nell'Ue rispetto all'allargamento, cosa ci si può aspettare dopo le elezioni europee rispetto all'allargamento dell'Ue ai Paesi dei Balcani occidentali?
Florian Bieber, intervistato da Radio Fee Europe, individua quattro possibili scenari.
Il primo è quello definito come «business as usual». Prevede che si vada avanti allo stesso ritmo – molto lento - degli ultimi anni. Nel caso in cui infatti si mantenesse lo stesso approccio del recente passato alcuni paesi, tra cui ad esempio Bosnia, Macedonia e Kosovo, difficilmente entreranno nell'Ue. Bieber porta l'esempio della Bosnia Erzegovina e dell'aver inserito come presupposto all'integrazione l'applicazione della
sentenza Sejdic-Finci. Quello del “business as usual” è uno scenario che rischia di far affondare ulteriormente i paesi a cui non viene data una prospettiva concreta di integrazione.
Il secondo scenario è quello della Turchia e di negoziati sull'adesione che durano da decenni. Per Bieber è uno scenario molto realistico per alcuni paesi dei Balcani occidentali. Anche se, sottolinea Bieber, vi è differenza tra un grande paese come la Turchia, che può anche far a meno dell'integrazione, e piccoli paesi come quelli dei Balcani “la cui popolazione corrisponde ad un quartiere di Istanbul”. Ciononostante è possibile che a parole i paesi dei Balcani affermino la volontà di far parte dell'Ue e poi, nei fatti, non facciano alcuno sforzo per far sì che questo si realizzi. Anche qui un esempio: la Macedonia, con un governo che secondo lo studioso guarda sempre meno a Bruxelles.
Il terzo scenario riguarderebbe la rinuncia da parte di alcuni paesi dei Balcani occidentali all'integrazione nell'Ue. Secondo Bieber è lo scenario più estremo e implicherebbe il voltarsi verso altri partenariati, con la Russia ad esempio o la Turchia. Non tanto per cercare un altro modello di sviluppo, sottolinea Bieber ma “un altro modello di governo. Il modello Putin o Erdogan potrebbe rappresentare un certo fascino su parte della classe dirigente della regione”.
Infine il quarto e ultimo scenario, il “big bang” dei Balcani. Uno scenario che secondo Bieber implica che sia le istituzioni europee che i paesi coinvolti investano molta più energia nel processo, partendo dall'esperienza del grande allargamento del 2004, un'esperienza che per Bieber rimane centrale: vi era una forte volontà dell'Ue e i singoli candidati si emulavano a vicenda nel ritmo elevato delle riforme. Questo dinamismo è però per Bieber assente nei Balcani, sia nelle istituzioni sia nella società civile che poco preme su queste ultime.
Ma quale secondo Bieber lo scenario più probabile? Quello più auspicabile sarebbe a suo avviso il “big bang” ma quello probabile è il “business as usual”.