Nel 2013 in Italia giocati 84,7 miliardi di euro: di questi, 67 sono tornati ai giocatori sotto forma di vincite. E rapportando i soldi persi al numero di abitanti, si scopre che il nostro è al secondo posto al mondo per perdite legate al gioco d’azzardo, dietro solo all’Australia. (
http://www.redattoresociale.it/Notiziario/Articolo/461641/Gioco-d-azzardo-in-Italia-nel-2013-persi-17-miliardi-di-euro)
Reggio Emilia. Le statistiche mettono l’Italia al 4° posto nel mondo per spesa in gioco d’azzardo. Approfondendo il discorso e aggiungendo qualche criterio, però, si delinea una situazione ben diversa, addirittura peggiore, che fa salire l’Italia al 2° posto. Lo studio è di Matteo Iori, presidente dell’Associazione Onlus ‘Centro sociale Papa Giovanni XXIII’ e di Conagga, coordinamento nazionale gruppo giocatori d’azzardo.
Presentato venerdì mattina, lo studio parte da un numero: 84,7. Sono i miliardi giocati nell’azzardo nel 2013 secondo il Libro blu dell’Agenzia delle dogane e dei monopoli. Di questi, 67,6 sono ritornati ai giocatori sotto forma di vincite; 17 definitivamente persi, andati parte all’Erario, parte alla filiera del gioco d’azzardo.
Concentrandoci solo sui soldi persi: secondo i risultati del più autorevole report internazionale sul fenomeno (quello di H2 Gambling Capital), sono solo 10, al mondo, i Paesi nei quali gli abitanti perdono oltre 10 miliardi di dollari all’anno. Davanti a tutti, Stati Uniti (119 miliardi), seguiti da Cina, Giappone e poi Italia, con quasi 24 miliardi di dollari (ovvero i 17 miliardi di euro citati prima).
“Ho fatto un passo successivo: ho diviso queste cifre per il numero di abitanti dei vari Stati, neonati inclusi, per capire quale fosse la spesa pro-capite. Così facendo, l’Italia sale al 2° posto, con 400 dollari persi a testa all’anno nel gioco d’azzardo. Davanti solo gli australiani, con 795 dollari pro-capite”, spiega Iori.
Non è tutto: è vero che in Australia perdono il doppio che in Italia, ma quanto possono permettersi di spendere gli australiani rispetto agli italiani? Ovvero: quanto incidono i giochi persi al gioco d’azzardo sul reddito pro-capite dei cittadini? “Utilizzando i dati del Fondo monetario internazionale, vediamo che il prodotto interno lordo pro-capite degli australiani è il doppio rispetto a quello degli italiani. Analizzando quindi quanto pesano le perdite del gioco d’azzardo sul reddito dei cittadini, si scopre che solo 2 Paesi al mondo perdono più dell’1 per cento dei propri redditi, inseguendo la fortuna: Australia e Italia, distanziando moltissimo tutti gli altri”.
Iori mette in luce anche le diversità tra i vari giochi: i più pericolosi sono slot-machine e videolottery, seguiti a grande distanza dai giochi on-line e, fanalino di coda, dai gratta e vinci: “È chiaro che sono le slot e i vlt a trascinare il gioco d’azzardo in Italia: ci si può giocare di continuo, non prevedono relazioni umane, si trovano ovunque e a ogni ora”.
Difficile ipotizzare una soluzione, ma Iori un’idea chiara ce l’ha: “Uno dei problemi principali è che nel nostro Paese il gioco d’azzardo non è ancora riconosciuto all’interno dei Lea, i livelli essenziali di assistenza: di conseguenza, lo Stato non garantisce la cura gratuita ai giocatori patologici come invece fa per altre forme di dipendenza”. Tutte le informazioni legate allo studio sono contenute nel video:
www.youtube.com/watch?v=wCirZh2UjNI&feature=youtu.be. Per sensibilizzare Governo e opinione pubblica, Iori è anche uno dei promotori della campagna contro i rischi del gioco d’azzardo ‘Mettiamoci in gioco’ (
www.mettiamociingioco.org).
Ambra Notari