Il tema dell’EXPO che si terrà a Milano nel 2015 suscita perplessità e ironia
pur trattandosi di una questione centrale: come fare ad assicurare il diritto
(umano) al cibo all’intera popolazione globale. La tavola rotonda promossa da
Unimondo e dall’associazione COOPI Trentino domani a Trento costituisce
un’occasione di dibattito e riflessione.
“Ma che cosa mai vuol dire nutrire il pianeta?” A lanciare la
provocazione è Maurizio Crozza che nella puntata del 16 maggio del suo “Crozza nel Paese delle
meraviglie” non risparmia una serie di battute ironiche sul titolo dell’EXPO
che si terrà a Milano fra poco meno di un anno. Una frase ritenuta bella, ma
vuota, al pari di “costruire la pace nel mondo” che il comico genovese mette in
bocca a una delle finaliste di Miss Italia, con tutto il rispetto per le
aspiranti al titolo di reginetta. Davvero denso di ilarità lo sketch, purché
rimanga tale e non aspiri invece a costituire un messaggio politico.
Mettiamola in questi termini. C’è ben poco da scherzare quando ammontano a
842 milioni le persone affamate nel mondo, secondo le
stime della FAO del 2013. Nonostante si registri una timida ma progressiva
tendenza a una riduzione di questa cifra, la mancanza di nutrizione della
popolazione mondiale costituisce ancora nel Terzo Millennio un problema
drammatico in numerose regioni del pianeta, specie in Asia meridionale e in
Africa sub-sahariana. Non è stata dunque casuale la scelta di inserire quale
primo degli Obiettivi “di sviluppo del millennio” assunti dai Paesi
dell’Organizzazione delle Nazioni
Unite (ONU), il dimezzamento delle morti per fame. Un obiettivo grandioso,
in linea con il carico simbolico che una data come il 2000, quando venne sottoscritto l’impegno,
sottintendeva. Non sorprende quindi che la proposta che il governo italiano
sottopose al Bureau International des Expositions vertesse proprio sul primo di
questi obiettivi, nell’anno del loro raggiungimento, il 2015, o per lo meno alla
scadenza dei termini che ci si era dati per il loro completamento.
Che l’obiettivo non sia stato raggiunto al momento, è un dato reale. Che
l’impegno globale in tal senso non si sia arrestato è altrettanto vero e non
si limita solo alle categorie di persone più deboli e povere e, nel nostro
immaginario, più affamate. Nella stessa platea dove si muovono le grandi
Organizzazioni Internazionali che mirano a garantire il diritto al cibo a donne,
uomini e bambini denutriti, ai profughi e ai rifugiati, ai carcerati e agli
immigrati, agiscono anche altri attori che hanno ugualmente a cuore la
nutrizione della popolazione mondiale. Non occorre infatti semplicemente
assicurare il diritto (umano) al cibo, ma far sì che ciascun essere umano
sul pianeta abbia accesso a un cibo che sia nutriente e sicuro,
sufficiente per soddisfare i bisogni nutrizionali di base, e, al pari, abbia
il diritto di disporre di acqua pulita e di qualità accettabile in quantità
sufficiente e a costi sostenibili. Una dieta povera e priva di elementi
nutritivi non può che condurre alla malnutrizione o a malattie ad essa legate
(ad esempio la pellagra, di cui ne fu ampiamente interessato il nord
dell’Italia in anni non così lontani). La sicurezza alimentare, ossia la
possibilità di garantire in modo costante e generalizzato alimenti e acqua in
maniera certa, al pari della sufficienza di questi elementi, sono spesso i
talloni di Achille di territori devastati da conflitti armati pressoché perenni.
Come non riflettere poi sul fatto che la produzione e i consumi alimentari
devono fare i conti con la sostenibilità del sistema stesso: le politiche
di disboscamento per far posto ad allevamenti o a campi agricoli, i cambiamenti
climatici e l’inquinamento non sono di certo elementi da sottovalutare in questa
riflessione.
È dunque possibile assicurare a tutta l’umanità un’alimentazione
buona, sana, sufficiente e sostenibile? È questo
l’interrogativo lanciato da EXPO 2015, che ha come tema “Nutrire il
pianeta, energia per la vita”, alla ricerca di nuovi modelli di sviluppo
volti a garantire cibo e acqua a tutta la popolazione mondiale, salvaguardando
la biodiversità e la salute del pianeta. Una sfida alla cui soluzione possiamo
tutti contribuire, promuovendo con le nostre scelte consapevoli quelle azioni
volte ad aiutare le persone malnutrite e un pianeta malato. Anche le
expertise accumulate dai soggetti non governativi nei settori
dell'agricoltura, della produzione, del commercio dei prodotti e della ricerca
scientifica possono fornire il know-how determinante per dare risposte concrete
ed efficaci a un così pressante interrogativo. Nell’ottica di contribuire a
questo dibattito, Unimondo e l’associazione COOPI Trentino promuovono domani a Trento la tavola rotonda
“Nutrire la città per nutrire il pianeta. Da Kinshasa a
Milano, per affrontare il problema della sicurezza alimentare”
presentando l’esperienza della Cooperazione Internazionale nel settore della
sicurezza alimentare a Kinshasa, la capitale dalla Repubblica Democratica
del Congo, e la scelta di aderire alla campagna “Sulla fame non
si specula”.
Ogni giorno ciascuna persona al mondo si muove per soddisfare il proprio
diritto al cibo. Che la scelta sia coltivare da sé il proprio cibo o che sia
acquistarlo, alcuni elementi quali la qualità del terreno, i fenomeni climatici
o le tipologie di sementi, o ancora la scelta di prodotti per qualità, prezzo,
impatto sull’ambiente o sul cibo stesso, determinano a monte tali scelte. In
tale quadro, l’EXPO di Milano potrà costituire un’occasione unica per
diffondere tale consapevolezza nei visitatori e rilanciare al contempo
nell’agenda corrente mondiale la questione della nutrizione.