Infanzia, Save the Children, bambini poveri due volte: oltre 1 milione quelli già colpiti dalla povertà economica estrema e 3 milioni e 500 mila a rischio esclusione, per la gran parte al Sud. (
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Infanzia, Save the Children: la Campania al primo posto in Italia per “povertà educativa” dei bambini e adolescenti. Bambini poveri due volte: oltre 1 milione quelli già colpiti dalla povertà economica estrema e 3 milioni e 500 mila a rischio esclusione, per la gran parte al Sud. Il loro presente e futuro rischiano di essere azzerato. All’opposto della graduatoria il Friuli Venezia Giulia, la regione più “ricca” di opportunità educative per i più giovani.
Con l’aiuto di esperti l’Organizzazione misura la deprivazione educativa dei minori in Italia nel nuovo Indice di Povertà Educativa (IPE) e lancia la campagna “Illuminiamo il Futuro”, per dare educazione e speranza ai bambini stretti nella morsa delle povertà. Al via i primi Punti Luce, spazi educativi in aree svantaggiate di alcune città. Fino al 1°giugno attivo l’sms 45509 per raccogliere fondi. A sostegno della campagna molte associazioni, aziende e un gruppo di testimonial ritratti dal fotografo Fabio Lovino. Per aderire:
www.illuminiamoilfuturo.itE’ la Campania, seguita da Calabria, Puglia, (ex equo) e Sicilia, la regione con la maggiore “povertà educativa” - cioè dove più scarsa e inadeguata è l’offerta di servizi e opportunità educative e formative per bambini e adolescenti: largamente insufficienti gli asili e le scuole a tempo pieno, pochissimi i libri, lo sport, l’arte e perfino internet a occupare il tempo libero, alto e allarmante il tasso di dispersione scolastica. Una deprivazione educativa che si somma alla povertà economica che colpisce più duramente proprio i bambini del Sud e riguarda ormai oltre 1 milione di minori in tutta Italia, mentre 3 milioni e 500 mila sono a rischio di povertà ed esclusione(1).
Al polo opposto della classifica è il Friuli Venezia Giulia, seguito da Lombardia ed Emilia Romagna, le regioni italiane più “ricche” di servizi e opportunità educative per bambini e adolescenti(2). Una “ricchezza” che perde però di smalto al confronto con l’Europa: nessuna regione italiana è in linea con alcuni obiettivi europei quali, per esempio, la copertura degli asili nido che dovrebbe essere del 33% (nella fascia di età 0-2 anni), ma arriva a stento al 26,5% con l’Emilia Romagna, mentre la Calabria, con il 2,5%, dista quasi 31 punti percentuali dal target europeo(3). E obiettivo mancato, anche nella maggior parte dello stivale, la riduzione della dispersione scolastica sotto il 10%(4) con numeri altissimi in Sicilia (25,8%) ma anche in regioni del Nord come la Valle d’Aosta (19%).
Sono alcune delle principali evidenze del rapporto “La Lampada di Aladino - L’Indice di Save the Children per misurare le povertà educative e illuminare il futuro dei bambini in Italia”, elaborato per la prima volta da Save the Children, l’Organizzazione che dal 1919 lotta per salvare la vita dei bambini e difendere i loro diritti, con il contributo di un comitato scientifico(5) e reso noto oggi, in contemporanea con il lancio della campagna “Illuminiamo il Futuro”: 3 settimane di sensibilizzazione e raccolta fondi fino al 1° giugno e l’avvio di un intervento programmatico sul territorio con l’apertura in 5 città (Palermo, Catania, Gioiosa Ionica (RC), Bari, Genova) dei primi Punti Luce, per rispondere concretamente alla deprivazione educativa e culturale di tanti minori e dare loro la possibilità di conoscere e coltivare i propri talenti. I Punti Luce sono centri gestiti in collaborazione con una rete di organizzazioni partner ben radicate sul territorio (Associazione Mama Happy, CSI-Centro Sportivo Italiano-Catania, Associazione Inventare Insieme onlus, Associazione don Milani-Libera, UISP-Unione Italiana Sport per Tutti-Genova) e si trovano in aree caratterizzate dalla scarsità di servizi. Presso questi centri “ad alta densità educativa” bambini e adolescenti possono studiare, giocare, avere accesso ad attività sportive, culturali e creative. Inoltre i bambini e gli adolescenti in condizioni accertate di povertà, saranno sostenuti da una Dote Educativa, un piano formativo personalizzato che consentirà ad esempio l’acquisto di libri e materiale scolastico, l’iscrizione a un corso di musica o sportivo, la partecipazione ad un campo estivo o altre attività educative individuate sulla base anche delle inclinazioni e talenti del singolo bambino. Entro fine 2014 Save the Children prevede di arrivare a 10 Punti Luce - con aperture a Napoli, Roma (2), Torino, Milano (2) - e di assegnare 1.500 doti educative.
“Finora ci si è occupati soprattutto della povertà economica dei bambini e adolescenti, partendo dal dato eclatante di un milione di minori che vivono in povertà assoluta. Ma esiste una povertà altrettanto insidiosa e sottovalutata che è la povertà educativa, su cui Save the Children vuole portare l’attenzione di tutti con la campagna Illuminiamo il Futuro”, spiega Valerio Neri Direttore Generale Save the Children Italia. “La povertà educativa è la privazione per un bambino e un adolescente della possibilità di apprendere, di sperimentare le proprie capacità, di sviluppare e far fiorire liberamente i propri talenti e aspirazioni. E’ una deprivazione che spesso si salda con quella economica e che può compromettere pesantemente non solo il presente ma anche il futuro di un bambino, a rischio di ritrovarsi, una volta adulto, ai margini della società e del mondo del lavoro. Per questo come Save the Children riteniamo che i bisogni educativi di ogni bambino siano da considerarsi, a tutti gli effetti, come bisogni primari e che la lotta alla povertà educativa debba divenire una priorità”.
La Campania è in cima alla lista delle regioni italiane per povertà educativa in relazione all’intensità e ampiezza del deficit dell’offerta e disponibilità di servizi/opportunità educative per bambini e adolescenti, documenta il nuovo Indice di Povertà Educativa (IPE) di Save the Children. 11 indicatori su 14 in particolare, sono di segno molto negativo: grave per esempio la penuria dei servizi per la prima infanzia: appena 2,8 bambini su 100 (nella fascia di età 0-2 anni) quelli presi in carico dagli asili pubblici campani; un dato che scende ulteriormente in Calabria (2,5%) e che registra valori bassi anche in Puglia (4,5%), Sicilia (5,3%), Basilicata (7,3%), Abruzzo (9,5%): bene a distanza quindi dall’Emilia Romagna (26,5%) e ancor più dall’obiettivo del 33% stabilito dalla Ue.
Numeri impressionanti anche quelli sul tempo pieno a scuola, garantito solo nel 6,5% delle scuole primarie della Campania e nel 15,3% di quelle secondarie di primo grado; situazione molto critica anche in Puglia (11,7% e 12,3%), Sicilia (7,1% e 22%) e in Molise, fanalino di coda (5,4% e 5,1%). Si segnalano invece per migliori “performance” la Basilicata, con il 43,4% e 40,5% di tempo pieno alle elementari e medie e la Sardegna (31,3% e 36,3%).
In generale è la Lombardia che fa registrare le percentuali più alte di tempo pieno alle elementari (47%) che, tuttavia, non raggiunge in nessuna regione italiana la soglia del 50%.
Rimanendo nell’ambito scuola, la Campania si segnala ancora per una bassa presenza del servizio mensa nei principali istituti (la hanno il 49% circa di essi a fronte del 73% in Lombardia), per l’inferiore numero di scuole con collegamento internet (52,6% a fronte del 77, 5% in Basilicata e del 75,7% nelle Marche) ma soprattutto per il notevole tasso di dispersione scolastica (22%); un problema molto grave anche in Sicilia (con il 25,8%) e in Sardegna (24,7%) ma che non risparmia anche regioni del Nord, come la Valle d’Aosta (19,1%) e la provincia autonoma di Bolzano (16,7%), tenendo l’Italia ancora molto lontana dalla soglia europea del 10%.
Ma la deprivazione educativa non si limita solo alla scuola e riguarda anche gli altri ambiti di vita dei minori: meno di 1/4 i bambini e gli adolescenti in Campania che fa sport continuativamente, il 31,2% in Puglia, il 32% circa in Calabria e Sicilia, a fronte del 61,6% in Valle d’Aosta; appena il 16% dei minori campani ha visitato un monumento nell’ultimo anno, e ancora meno ragazzi in Calabria - il 12% - ha provato l’emozione dell’incontro con il nostro patrimonio storico-monumentale; colpisce che nel paese che primeggia nel mondo per opere d’arte, nessuna regione italiana veda almeno il 50% dei suoi minori visitare un monumento nel corso di un anno (al massimo si arriva al 43,4% della provincia autonoma di Trento mentre il Lazio si ferma al 33,8% e la Toscana al 27,4%).
Il Friuli Venezia Giulia - che secondo l’Indice di povertà educativa di Save the Children è la regione con la più “ricca” offerta di servizi e opportunità di fomazione per i minori - si segnala per numero di bambini che legge (il 75,7% ha letto almeno un libro nell’ultimo anno), che fa sport (il 56%, poco meno della Valle d’Aosta), per livelli di dispersione scolastica (11,4%) vicini alla soglia della media Ue, edifici scolastici mediamente in buone condizioni (il 73,2% delle scuole ha certificato di agibilità); una buona diffusione del servizio di mensa si registra in Lombardia (il 73% dei principali istituti garantisce il servizio, anche se si rilevano gravi criticità in alcuni comuni) insieme al tempo pieno che viene assicurato nel 47% delle scuole primarie; e 11 volte tra le migliori cinque regioni è l’Emilia Romagna, prima per copertura di nidi pubblici (26,5%) e tra le prime per partecipazione al teatro dei ragazzi (ci sono stati nell’ultimo anno il 38,7%) e pratica sportiva (57,8%).
“Save the Children per la prima volta ha misurato la povertà educativa redigendo un Indice. Una fotografia su base regionale che conferma una situazione grave, in cui i servizi e le agenzie educative risultano incapaci di offrire ai bambini - in particolare a quelli che provengono da contesti difficili - competenze ed esperienze indispensabili per la loro crescita. Ne consegue che lo svantaggio si trasmette di generazione in generazione e i problemi si amplificano, come attestano le percentuali estremamente elevate di dispersione scolastica soprattutto nelle regioni del Sud”, spiega Raffaela Milano, Direttore Programmi Italia-Europa Save the Children.
“E’ necessario spezzare il circolo vizioso delle povertà, rinforzando la qualità e quantità di servizi e opportunità educative destinati ai bambini e creando delle "comunità educanti", prosegue. “Save the Children ha deciso di raccogliere la sfida e, con la collaborazione di associazioni partner, ha inaugurato i primi Punti Luce a Bari, Gioiosa Ionica, Catania, Palermo e Genova. Sono spazi ad alta densità educativa, che sorgono in quartieri svantaggiati e all’interno dei quali i bambini possono rafforzare le proprie competenze e conoscenze ma anche scoprire le proprie inclinazioni e il proprio potenziale, attraverso il gioco, laboratori artistici e musicali, uso delle nuove tecnologie. Il Punto Luce opera in sinergia con i servizi sociali e le scuole del territorio che contribuiranno a individuare i bambini a cui verrà assegnata la Dote Educativa”.
“Un punto fondamentale del nostro programma è anche la collaborazione con i Comuni”, prosegue Raffaela Milano. “In un momento di crisi come quello che l’Italia attraversa è fondamentale mettersi in rete e lavorare insieme su obiettivi condivisi, in un quadro di welfare comunitario. Ad esempio, a Roma, uno dei punti luce sorgerà a Torre Maura, in un nuovo Centro polivalente, messo a disposizione per la realizzazione del progetto dall’Assessorato comunale alle periferie, dove intendiamo far sorgere, in collaborazione con tutte le realtà locali, un polo di eccellenza per l’infanzia e l’adolescenza. A Torino stiamo collaborando con l’Assessorato ai servizi sociali e con la V Circoscrizione per attivare un Punto Luce presso una struttura oggi totalmente abbandonata che sorge nel quartiere Le Vallette e che, grazie al programma, potrà essere riqualificata e restituita ai bambini e ai ragazzi del territorio”.
L’appello al Governo
“Attraverso la campagna Illuminiamo il Futuro Save the Children intende appellarsi anche al governo affinché siano messe in atto alcune misure cruciali per contrastare la povertà educativa”, continua Valerio Neri, Direttore Generale Save the Children Italia. “E’ fondamentale migliorare la raccolta e circolazione dei dati relativi ai percorsi educativi, completando l’Anagrafe scolastica con informazioni sull’iter educativo e familiare del minore”. E’ necessario poi fare investimenti mirati nelle aree in maggiore povertà educativa e con i più alti tassi di dispersione scolastica, verificando però scrupolosamente l’impatto degli interventi”.
“Bisogna garantire il tempo pieno e servizio mensa per tutti”, spiega ancora Valerio Neri. “Queste opportunità sono cruciali non solo per rafforzare le competenze dei bambini ma anche per sottrarli al rischio di coinvolgimento in circuiti illegali e per supportare le famiglie in situazione di povertà.
E’ necessario”, prosegue, “che le spese dedicate all’infanzia siano considerate un investimento sul capitale umano. Save the Children Italia propone una golden rule, cioè criteri di scomputo dal calcolo dell’indebitamento delle principali voci relative all’infanzia e alla scuola”.
Sull’edilizia scolastica e la sicurezza, “il governo prosegua nell’impegno intrapreso definendo con chiarezza un piano efficiente di riordino dell’edilizia scolastica”. Infine, “nelle zone caratterizzate da criticità e forti marginalità Save the Children propone di istituire aree ad alta densità educativa (AADE, ndr) sul modello delle zones d’éducation prioritaires francesi, che permettano di armonizzare, in un quadro unico, le iniziative già esistenti”.
Note
1- “Povertà ed esclusione sociale minorile in Europa – in gioco i diritti dei bambini”, Save the Children, aprile 2014.
2- Sono 14 gli indicatori presi in esame ne “La Lampada di Aladino - L’Indice di Save the Children per misurare le povertà educative e illuminare il futuro dei bambini in Italia”: 1. Copertura nidi e servizi integrativi, 2. Classi a tempo pieno nella scuola primaria, 3. Classi a tempo pieno nella scuola secondaria di primo grado, 4. Istituzioni scolastiche principali con servizio mensa, 5. Scuole con certificato di agibilità/abitabilità, 6. Aule connesse ad internet nella scuola primaria e secondaria, 7. Dispersione scolastica, 8. Bambini che sono andati a teatro, 9. Bambini che hanno visitato musei o mostre, 10. Bambini che hanno visitato monumenti o siti archeologici, 11. Bambini che sono andati a concerti, 12. Bambini che praticano sport in modo continuativo, 13. Bambini che utilizzano internet, 14. Bambini che hanno letto libri. I dati sono i più recenti disponibili e prevalentemente di fonte Istat e Miur (Ministero Istruzione, Università e Ricerca). A causa dell’indisponibilità dei dati relativi al comparto scolastico, Valle D’Aosta e Province Autonome di Trento e Bolzano non concorrono all’Indice anche se alcuni degli indicatori disponibili sono stati riportati. La classifica finale dell’Indice rappresenta la media delle posizioni delle regioni per ognuno dei 14 indicatori, dando agli indicatori uguale peso.
3- L’obiettivo europeo del 90% è stato invece raggiunto per quanto riguarda la scuola dell’infanzia (3-5 anni).
4- Obiettivo fissato dall’Ue al 2020.
5- Ne fanno parte: Daniela Del Boca (Università di Torino), Maurizio Ferrera (Università di Milano), Marco Rossi-Doria (Esperto Istruzione ed Integrazione Sociale), Maria Emma Santos (University of Oxford), Chiara Saraceno (Università di Torino).