Il “presidente della Repubblica più povero del mondo” non finisce di stupire. La struttura all’interno di un Parco nazionale. Già inviata la richiesta all’Onu.

di Umberto Mazzantini

Sembra proprio che l’estremo sud dell’America Latina sia una fabbrica di grandi uomini: mentre un Papa argentino sta restituendo slancio e dignità alla chiesa cattolica riproponendo la semplicità del Vangelo dei poveri, in Uruguay il presidente della Repubblica più povero del mondo, “Pepe” José Mujica, l’ex guerrigliero tupamaro che ha legalizzato l’aborto, i matrimoni gay e la marijuana ma ha anche ridotto a livelli record la disoccupazione e la povertà, ha chiesto di ospitare 50 bambini siriani nella estancia presidencial di San Juan de Anchorena, nel dipartimento di Colonia a 200 chilometri dalla capitale Montevideo.

Secondo il settimanale “Búsqueda”, che cita fonti ufficiali riprese anche da altri giornali uruguaiani, il presidente di sinistra dell’Uruguay ha inviato una lettera con questa proposta al segretario generale dell’Onu, Ban Ki-moon.

La estancia presidenziale occupa un’area di 1.369 ettari che sono stati donati all’Uruguay dall’argentino Aarón de Anchorena, scomparso nel 1965, ed è un Parco nazionale ed una riserva della fauna e della flora. La residenza sarebbe anche dedicata al riposo del presidente dell’Uruguay, ma Mujica naturalmente non ci è mai andato in vacanza, ma ha invece partecipato agli incontri con i presidenti di diversi Paesi che si tengono proprio nella magnifica cornice di San Juan de Anchorena.

L’idea di accogliere i bambini siriani rifugiati era venuta al ministro degli Esteri dell’Uruguay, Luis Almagro, che a aprile è stato in visita ufficiale in Medio Oriente, dove ha visitato un campo di rifugiati siriani in Giordania. “Pepe” Mujica, che segue con grande preoccupazione una guerra che dal marzo 2011 ha già fatto 150.000 vittime milioni di profughi, tra i quali moltissimi bambini, ha accolto la proposta di Almagro e ha ordinato di mettere a disposizione la residenza presidenziale.

Il ministro degli Esteri ha spiegato che l’iniziativa del Presidente è di «dare una possibilità di uscita ai bimbi e alle vedove con figli, applicando i principi artiguistas (dal liberatore uruguayo José Gervasio Artigas, ndr) perché abbiano una condizione di vita migliore».

Ma l’Uruguay rimane orgogliosamente un Paese piccolo ed in via di sviluppo, e trasportare 50 bimbi siriani e le loro mamme dall’altro capo del mondo, da un campo profughi giordano all’estancia presidencial di San Juan de Anchorena, è un bel problema. Per questo, se la sua proposta verrà accettata, Mujica ha intenzione di chiedere l’appoggio della Presidente brasiliana, Dilma Rousseff, per utilizzare un aereo che porti i bambini siriani rifugiati dalla Giordania a Montevideo.

E gli aerei (e magari qualche compagnia aerea di buon cuore) non dovrebbero mancare in Brasile, dove per i Campionati mondiali di calcio arriveranno calciatori, delegazioni ufficiali e tifosi da tutto il mondo.

Il presidente tupamaro dell’Uruguay, che la sofferenza la conosce sulla propria pelle e la sobrietà la pratica come stile di vita, spera che si trovi anche un angolino per 50 piccoli profughi siriani.

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