Si è da poco concluso il concorso di Make a Change e Reale Mutua
You are Welfare – Il lavoro più bello del mondo, rivolto a progetti di imprese sociali innovative che sappiano rispondere a nuovi bisogni collettivi, in particolare in tema di salute, risparmio, istruzione e casa.
Su 181 progetti presentati, al primo posto si è classificata BEAT Area, una start-up di Mantova che si occupa di housing sociale attraverso la rigenerazione di spazi urbani inutilizzati. Grazie al finanziamento di 40 mila euro, BEAT Area si propone di recuperare vecchi casolari, scuole dismesse, edifici pubblici e privati in disuso, per favorire l’offerta abitativa a coloro che hanno difficoltà ad accedere sia all’edilizia pubblica che al libero mercato. Al secondo posto si è classificato Eridano Travel, una start-up nata all’interno della cooperativa sociale Eridano di Brindisi, che propone un modo innovativo di fare turismo a misura di persone con disabilità, grazie ad una piattaforma web che facilità l’incontro tra domanda e offerta specifiche. Alla quarta edizione del concorso hanno partecipato il doppio dei partecipanti dello scorso anno, a dimostrazione di come welfare e bisogni sociali rappresentino un settore economico in crescita, in cui sempre più realtà decidono di investire.
Il concorso di Make a Change è specificamente pensato per imprese sociali o a vocazione sociale, tuttavia sembrerebbe che la partecipazione (e successo) di cooperative sociali e imprese sociali nel “brulicare” di competizioni “sociali” – in senso ampio – che stanno impegnando in questi anni organizzazioni e promotori, non sia un caso isolato.
Tra le dieci finaliste della
European Social Innovation Competition promossa dalla Commissione Europea (che si concluderà il 20 maggio a Bruxelles) figura Progetto Quid, cooperativa sociale di Verona che attraverso l’inserimento lavorativo di donne svantaggiate produce collezioni moda in serie limitata a partire da capi di fine serie e tessuti inutilizzati. A gennaio si è poi concluso il bando promosso da UniCredit Foundation in tema di
Strategie di coesione sociale a favore della terza età. Tra le sette vincitrici, 3 sono cooperative sociali: Vedogiovane prima classificata, di Arona (con “Badante di Condominio”, il progetto per migliorare l’assistenza a domicilio di almeno 60 famiglie con una badante a disposizione dell’intero condominio), Soccorso Clown di Roma (promotrice di “Azione Anziani” che porta il sorriso all’interno del reparto di geriatria dell’ospedale Gemelli di Roma, per migliorare la degenza dei pazienti affetti da demenza senile) e Corallo di Siracusa (con il progetto “Sweet Home”, che prevede una rete di servizi domiciliari a sostegno dell’anziano e della sua famiglia).
Si è chiusa ieri la fase preliminare di raccolta dei progetti in gara per il premio
Giovani innovatori d’impresa di we4italy promosso da Unioncamere a sostegno dell’imprenditorialità giovanile. Le categorie previste dal bando erano: innovazione nei servizi alla persona, innovazione nelle nuove tecnologie (“New made in Italy”), premio impresa connettiva che promuove la collaborazione tra imprese. Sembrerebbe che siano più di 400 i progetti arrivati. In attesa di aggiornamenti, abbiamo “addocchiato” una decina di cooperative (quasi tutte sociali): Calabria Terra Promessa (turismo), Work in Progress (mobilità europea nelle scuole), Blu Marine Service (eco-nursery per le uova di seppia!), Santa Lucia (gestisce mense comunali con prodotti locali), Natura e Alimenta (agricola), Valemour (inserimento disabili, abbigliamento), Il Girasole (laboratorio di pasticceria), Gioel Bio (inserimento lavorativo giovani e immigrati, bio-eco-cosmesi), Archimano (architettura ed edilizia). Vi terremo aggiornati sul proseguo.
cheFare – la competizione di doppiozero che ha chiuso la sua seconda edizione il mese scorso e che premia l’impatto sociale di progetti culturali ad alto grado di innovazione – ha visto tra i concorrenti alcune cooperative sociali. Lo stesso progetto vincitore – Di Casa in casa, rete delle Case del Quartiere di Torino per coordinare e mettere in comune esperienze, progetti e attività di cittadini associazioni, gruppi e operatori culturali – pur non essendo promosso da una cooperativa sociale, ben rappresenta i temi della cooperazione e impresa sociale. cheFare appare quindi una competizione che premia, oltre o al di là della cultura, iniziative comunitarie di innovazione sociale bottom up, valorizzando la produzione culturale come acceleratore di processi di aggregazione sociale.
Che dire?
Vincono i “buoni”?!
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