Famiglie soggetti deboli, spese in aumento e agevolazioni irrisorie e limitate. Presentata la ricerca di Cittadinanzattiva su “Fasce deboli e servizi pubblici locali: quali tutele per una vita sostenibile delle famiglie”. (
http://www.cittadinanzattiva.it/comunicati/consumatori/pubblica-amministrazione/6143-presentata-la-ricerca-di-cittadinanzattiva-su-fasce-deboli-e-servizi-pubblici-locali.html)
333 euro per l’acqua, 308 per i rifiuti, 512 euro per la bolletta elettrica, 1.162 per il gas, 290 per il trasporto pubblico. A questi si aggiungono 8184 euro per il mutuo della casa, e, per chi ha figli, 3.090 euro annuali per l’asilo nido comunale. Siamo ad una stima totale di 13.879 euro di spesa media annua nel 2013-2014 per una famiglia “tipo” italiana, secondo i dati rielaborati dall’Osservatorio Prezzi e Tariffe di Cittadinanzattiva e presentati nel corso del convegno che si tiene oggi a Roma “Fasce deboli e servizi pubblici locali” promosso da Cittadinanzattiva in partnership con Forum Ania Consumatori.
Ci sono poi le spese sanitarie, quantificate dall’Istat in circa 900 euro nel 2012 per farmaci e visite specialistiche, e ancora i cosiddetti contributi volontari per la scuola, in media 70euro ad anno scolastico per ogni figlio studente.
Dunque, calcolando le cosiddette spese fisse, ormai una famiglia media italiana spende circa 14.845 euro l’anno, a cui dovrà aggiungere le spese per il cibo, l’abbigliamento, il tempo libero, sempre più accessori. Sempre dai dati Istat 2014 risulta che il reddito familiare annuale netto è di 29.956 euro e che il 39,5% delle famiglie non riesce a far fronte a spese impreviste e il 65,2% non riesce a risparmiare. Il 12% ha bollette arretrate, il 5% è in ritardo con la rata del mutuo o dell’affitto, il 12% ancora è in ritardo con il pagamento di altri debito diversi dal mutuo.
“La ricerca - afferma Antonio Gaudioso, Segretario Generale di Cittadinanzattiva mostra la debolezza delle misure attualmente in vigore per il sostegno alla famiglia media italiana diventata sempre più, negli anni, soggetto debole, stretta fra crisi economica e un sistema di welfare non più adeguato ad una società profondamente mutata. Dai dati della ricerca si evincono misure deboli, anacronistiche e disomogenee a livello territoriale, non rappresentative delle nuove categorie di soggetti deboli, ad es. i cittadini immigrati Ci troviamo inoltre di fronte ad un forte paradosso: i cittadini sono spesso chiamati a sostenere economicamente le amministrazioni nell’erogazione dei servizi (es.scuola) ma ancora oggi non concorrono sistematicamente nella definizione degli stessi”.
Alcuni esempi:
Acqua. In media nel 2013 una famiglia italiana (di tre persone, con reddito ISEE di 19900 euro, consumo annuo di 192 metri cubi) ha speso 333 euro (+7,4% rispetto al 2012) per il servizio idrico integrato, ma le differenze territoriali sono elevate: si va da un minimo di 120 euro a Isernia ad un massimo di 542 a Firenze. Le agevolazioni tariffarie sono previste nel 56% dei Comuni o enti che gestiscono l’acqua: il 49% stabilisce come requisito per accedere alle agevolazioni (che in 1/4 dei casi consiste in uno sconto sulla tariffa) il reddito ISEE fino a 8500 euro; il 39% la presenza di almeno 5 componenti nel nucleo familiare; il 31% ISEE fino a 9000 euro e almeno 3 componenti; il 19% la presenza nel nucleo familiare di un disabile ed ISEE fino a 12.700 euro; il 17% anziani in pensione e ISEE fino a 9500 euro.
Rifiuti: la tariffa media nel 2013 è stata di 308 euro (+22% sul 2012), passando dal minimo di 141 euro a Isernia al massimo di 560 euro a Siracusa. Solo il 65% dei Comuni ha messo a punto agevolazioni tariffarie: fra questi, il 68% stabilisce come requisito per accedervi il reddito Isee fino a 7500 euro, il 35% la presenza nel nucleo familiare di anziani o invalidi e un Isee fino a 10 mila euro; il 25% la presenza di nuclei di almeno 4 componenti e un Isee fino a 20.200 euro; il 25% la presenza di un unico occupante l’abitazione; il 15% la modifica della situazione economica per disoccupazione, mobilità o cassa integrazione.
Asili nido: la spesa media nel 2013 per famiglia è stata di 3090 euro (+1,3% rispetto al 2012), per 10 mesi di frequenza a tempo pieno, con una incidenza del 10% sul reddito familiare. Elevate differenze tra le province, si va dai 1520 euro di Trapani ai 5150 euro di Lecco. Il 56% dei Comuni mette a punto delle agevolazioni: il 45% riduce la retta per assenze dovute a malattia del bimbo; il 63% applica una riduzione a partire dal secondo figlio frequentante il nido; il 19% per modifiche alla situazione economica familiare (disoccupazione, mobilità, cassa integrazione); il 15% per bimbi con handicap; solo il 3% se la famiglia sta anche pagando il mutuo per la prima casa.
Trasporti. Secondo l’Istat le spese annue di una famiglia legate all’utilizzo di una automobile ammontano a circa 3 mila euro, mentre quelle legate al mezzo pubblico sarebbero di 335 euro. In base ai dati dell’Osservatorio prezzi e tariffe di Cittadinanzattiva, il costo medio di un abbonamento annuale al trasporto pubblico locale è di 290 euro, passando da un minimo di 150 euro a Vercelli ad un massimo di 500 euro a Imperia. Le principali agevolazioni sono contemplate per anziani/pensionati (previste nel 70% dei casi), per studenti (64%), universitari (53% associate all’Isee); portatori di handicap o invalidi (46%), per famiglia (19%), per giovani (18%), disoccupati, inoccupati e cassa integrati (10%), in base al reddito Isee (9%).
Sanità: la spesa media sostenuta nel 2012 da una famiglia per farmaci e visite specialistiche è stata di 900 euro (Fonte Istat), in flessione del 6,2% rispetto al 2011 e del 10% rispetto al 2008. In aumento i ticket (+13,4% su specialistica fra 2011 e 2012, +5,2% per i farmaci). Le regioni in cui l’aumento dei ticket è stato più pesante sono Toscana (+23,4%), Basilicata (23,3%), Veneto (+22,7%), Liguria (+21,5%).