La Corte di Giustizia dell'Unione europea potrebbe spazzare via la tassa sulle transazioni finanziarie. La decisione dei giudici è programmata per mercoledì 30 aprile. (http://www.euractiv.it/it/news/norme/9087-corte-di-giustizia-sentenza-in-arrivo-su-tobin-tax.html)

Giuseppe Latour

E’ un caso politico che va avanti da almeno un paio d’anni. E che mercoledì 30 aprile, a fine mese, potrebbe avere una svolta in negativo. I giudici della Corte di Giustizia Ue, infatti, si pronunceranno sul ricorso avanzato dalla Gran Bretagna contro l’imposta sulle transazioni finanziarie, la Tobin tax con la quale Bruxelles avrebbe voluto costringere banche e affini a pagare almeno una parte dei costi della crisi.


La decisione nel mirino

Londra, nello specifico, chiede di annullare la decisione con la quale, il 22 gennaio del 2013, il Consiglio ha autorizzato l'avvio di una procedura di cooperazione rafforzata tra “il regno del Belgio, la repubblica federale di Germania, la repubblica di Estonia, la repubblica ellenica, il regno di Spa­gna, la repubblica francese, la repubblica italiana, la repubblica d’Austria, la repubblica portoghese, la repubblica di Slovenia e la repubblica slovacca”. Questi undici paesi, tutti insieme, avrebbero potuto lavorare a istituire “un sistema comune d’imposta sulle transazioni finanziarie, applicando le per­tinenti disposizioni dei trattati”.


La trattativa

La decisione era arrivata all’esito di una lunghissima trattativa, durante la quale si era cercato di mettere tutti d’accordo sulla necessità di tassare gli scambi di azioni e obbligazioni nei paesi membri. Alcuni stati, però, avevano posto un rifiuto inamovibile: tra questi, c’era soprattutto la Gran Bretagna che da sola rappresenta la fetta più consistente del mercato europeo delle transazioni finanziarie e che, quindi, avrebbe pagato il costo più alto della cosiddetta 'Ftt'.


Il ricorso di Londra

Fallita la strada di bloccare la partenza della tassa per le vie istituzionali, Londra ha deciso di fare ricorso alle carte bollate. Il problema fondamentale della Tobin tax, infatti, è che questa potrebbe avere effetti extraterritoriali, cioè impattare in qualche modo sui paesi non partecipanti. In pratica, chi non ha aderito alla procedura potrebbe comunque dover sopportare le conseguenze e i costi della decisione degli undici paesi membri. E questo è inaccettabile in una materia - il fisco - che, in base ai Trattati, resta di piena competenza dei paesi membri.


I dubbi dell'Ecofin

Ora la Corte di Giustizia dovrà pronunciarsi sul punto e non è scontato che i giudici decidano di blindare la procedura. Esiste, infatti, all’interno delle stesse istituzioni comunitarie una corrente di pensiero che sostiene le medesime motivazioni della Gran Bretagna. Un gruppo di tecnici dell’Ecofin, ad esempio, a fine 2013 ha messo nero su bianco le sue ragioni in una lettera alla Commissione europea, evidenziando i problemi giuridici della Ftt.


Cooperazione con il freno tirato

Ma anche tra gli stati membri l’entusiasmo iniziale sta progressivamente scemando. La cooperazione rafforzata, infatti, procede a piccolissimi passi. Proprio nel corso dell’ultimo Ecofin informale di Atene se ne è parlato. E il ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan ha descritto un processo che sta avanzando in maniera lenta e progressiva, senza accelerazioni particolari. Anche il Governo italiano, dopo il grande entusiasmo dell’era Monti, ha cominciato ad avanzare dubbi. Più o meno quello che è accaduto in Germania. I giudici di Lussemburgo, insomma, potrebbero risolvere quello che per molti è diventato un problema.

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