Scommettere non è un gioco, ma un’illusione, la differenza è tutta lì: nel confondere un’attività creativa e spensierata con un salto disperato nel buio, tentati dalla prospetta di una vita da sogno. Per urlare una volta davanti a tutti gli altri: “Ho vinto!”. (http://www.acli.it/index.php?option=com_k2&view=item&id=8875:l-illusione-di-giocare&Itemid=778#.U130NFfQ6yE)

Scritto da Andrea Casavecchia

L’azzardo stimola la nostra adrenalina fino a causarne dipendenza. Si stima che in Italia i giocatori patologici siano tra lo 0,5 e il 2,2% della popolazione, come scrive lo psichiatra Luigi Janiri.

In Italia ci accorgiamo della piaga sociale, quando osserviamo di famiglie sul lastrico che perdono la loro casa, le persone indebitate che frequentano gli sportelli d’ascolto delle Caritas diocesane e parrocchiali.

Gli esperti calcolano che in dieci anni le scommesse siano decuplicate. Alcune ricerche rilevano inoltre che nelle zone in cui sono aumentati i mini casinò, sono cresciute le ludopatie.

Ma il gioco d’azzardo è radicato in Italia perché sostiene le casse dello Stato. Per avere un’idea del fenomeno l’anno scorso, nel 2013, questi “apparecchi di intrattenimento” hanno procurato alle finanze del nostro Paese circa 48,7 miliardi di euro: tanto hanno perso gli italiani che si sono “intrattenuti” nei circuiti legali. Alla somme poi andrebbe aggiunto il mare magnum delle scommesse online e tutti i locali illegali.

"Non gioco più" è il numero monografico di Aprile 2014, dedicato all’azzardo, di Benecomune.net.

Le Acli per arginare la diffusione del gioco d’azzardo aderiscono a slotmob, una campagna per eliminare le slot machine installate nei bar e ricordano che l'incontro nazionale del 10 maggio 2014.

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