Il marketing sociale concentra la sua azione sul cosiddetto “valore di scambio”: il target di riferimento ha l’opportunità di modificare le proprie abitudini e ricevere in cambio benefici più preziosi. Ad esempio, ridurre il consumo di sigarette o consumare più frutta e verdura consente di migliorare la propria salute e anche il proprio aspetto (= doppio beneficio).
L’obiettivo di una strategia di marketing sociale è quello di suggerire soluzioni alternative a quelle proposte da altri soggetti (aziende, ambiente, media) e presentarle come opzioni di maggior valore, da adottare con convinzione e consapevolezza. (http://blog.uidu.org/2014/03/28/valore-aggiunto-marketing-sociale/#.U1eSDlfQ6yF)

Chiara Casablanca

Il marketing sociale utilizza molti dei tradizionali principi del marketing commerciale, ma la finalità cambia: non interessa incrementare la ricchezza, la produttività, il consumo, ma aumentare il benessere dei singoli individui e della comunità in cui essi vivono.
Leggi e regolamenti creati per lo stesso scopo, spesso puntano il dito contro i destinatari, presentando solo i lati negativi di un’azione non eseguita, il costo dei comportamenti indesiderati: pensiamo anche alle campagne pubblicitarie che, frequentemente, utilizzano immagini forti per scatenare una reazione (ottenendo, il più delle volte, l’effetto contrario…).

L’approccio ideale da adottare sarebbe il seguente: mostrare i vantaggi, i lati positivi di un comportamento desiderato. Condividere buone prassi significa alimentare una catena virtuosa, che prima o poi spinge tutti a imitare chi prima veniva additato come “strano” o “fuori dal mondo”: oggi è forse più semplice stupirsi di un passante che getta la carta di una caramella nell’apposito contenitore piuttosto che a terra… ciò non è paradossale?!

Ritengo sia questo il valore aggiunto del marketing sociale: l’essere una disciplina orientata a creare, comunicare e diffondere proposte che abbiano un valore positivo per gli individui e la società in generale.

Per influenzare un comportamento è necessario pianificare un’azione strategica che tenga conto degli interessi personali del soggetto, delle barriere comportamentali e delle proposte alternative concorrenti, in stretta collaborazione con i “decisori” e “destinatari intermedi” di riferimento: politici e amministrazioni, imprese, scuola e famiglia.

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