Aiuto ai ragazzi di strada, sicurezza alimentare e sostegno allo sviluppo economico in Kenya: su questi progetti abbiamo investito, nello scorso anno, quasi 600mila euro di fondi provenienti dal 5x1000 dei contribuenti. Numeri importanti, che raccontano di pozzi costruiti, bambini e donne coinvolte nel processo di sviluppo di un Paese che non a caso è al 145° posto su 187 nell'Indice di Sviluppo umano.

 



La carestia del 2011 ha contribuito pesantemente a uno scenario fatto di carenza di cibo, di acqua, prezzi alle stelle e conseguenti violenze in Kenya. Durante il 2012 e il 2013 forte è stata la carenza di cibo in seguito alla siccità e all’aumento dell'inflazione. Il prezzo dei vegetali è lievitato del 50% mentre quello dello zucchero del 100%. Esorbitanti anche i costi di carburante, che incidono sul trasporto di cibi, sull’accesso ai servizi sanitari e sul trasporto d’acqua. L’80% del territorio del Kenya è stimato come arido o semiarido e solo circa la metà (52%) di chi vive nelle aree rurali ha accesso all’acqua.  Il consumo d’acqua pro capite giornaliero oscilla tra 1 e 15 litri, mentre in Europa tra i 200-300.

In un Paese dove 48 bambini su 1000 muoiono prima di aver compiuto un anno e 73 prima dei 5 anni, l’acqua, il cibo e i servizi fanno la differenza. A Nairobi, nel distretto di Dagoretti, AMREF opera per “sradicare dai ragazzi il bisogno di strada”, fatto per il 44% di necessità di un’entrata economica, il 38% per ricerca cibo e il 14% per la pressione degli amici. AMREF nel 2013 ha incontrato 1000 ragazzi, attraverso l’intensa attività degli operatori - tre visite a settimana negli slum, 156 in un anno. Risultato: 600 si sono rivolti al nostro Children Village e 210 hanno iniziato a frequentarlo assiduamente. La musica, il teatro e le cure del Centro hanno fatto il resto, creando quella fiducia che precede le proposte: riprendere un percorso scolastico; iniziarne uno professionale. Lo scorso anno sono rientrati a scuola 332 ragazzi e 65 hanno scelto di diventare parrucchiere o meccanico.

Acqua e sicurezza alimentare le parole d’ordine per il distretto di Kitui, che come l’intero Kenya ha subito grosse perdite di raccolti, incapacità di abbeverare il bestiame e prosciugamento delle risorse idriche, come conseguenze della siccità. Grazie al 5x1000, lo scorso anno, 15mila persone hanno visto migliorare l’accesso all’acqua. Aiutati 11 gruppi per la gestione di orti comunitari che servono 1650 individui. Incentivata anche la pescicoltura, altra via per una sicurezza alimentare e creazione di reddito. Sono solo alcuni dati, cui si possono aggiungere i 180 educatori alla pari formati su igiene e salute, 1800 bambini in 8 scuole sensibilizzati su queste tematiche. Oltre 1000 le zanzariere distribuite per una zona a forte criticità malarica.

Nella contea di Makueni l’accesso all’acqua è stato migliorato realizzando 70 pozzi, di cui hanno beneficiato 6700 persone. Incentivata anche la capacità di gestire le fonti d’acqua costituendo 74 comitati, in cui le donne sono protagoniste. Nel mondo le donne forniscono il 50% della produzione alimentare, in Africa l’80%. Importante portare al centro dello sviluppo il loro ruolo, coinvolgendo anche gli uomini. Risistemato anche un dispensario che copre un’area in cui vivono 8400 persone.

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